General Motors fa causa a Fiat Chrysler e getta ombre sulla gestione di Sergio Marchionne. Il colosso di Detroit ha annunciato mercoledì 20 novembre un’azione legale contro l’azienda rivale accusandola di aver corrotto i rappresentanti della United Auto Workers, il più potente sindacato americano di settore, nel tentativo di ottenere vantaggi illeciti dal 2009 al 2015. La Chrysler ha subito definito le accuse prive di fondamento aggiungendo, in una nota stampa di giovedì 21 novembre, che la mossa di Gm sarebbe motivata unicamente dal tentativo di indebolire un concorrente che diventa sempre più forte, data anche la prospettiva di una futura fusione con Psa (gruppo industriale francese a cui appartengono i marchi automobilistici Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall Motors). Intanto, però, il gruppo del Lingotto guidato da John Elkann ha perso il 2,50% a Wall Street già nella giornata di mercoledì. Non è andata meglio giovedì, con un avvio di seduta pesante a Piazza Affari, dove il gruppo ha ceduto il 3,9% a 13,42 euro.

La denuncia – Il legale della casa automobilistica di Detroit, Craig B. Glidden, sostiene che la rivale Fca avrebbe pagato 6 anni di tangenti ai funzionari Uaw per inquinare i processi di contrattazione collettiva in modo da poter impiegare più lavoratori temporanei, con conseguente stipula di contratti di secondo livello meno retribuiti, rispetto a Gm. Il tutto sotto la guida di Sergio Marchionne, figura centrale «nell’esecuzione, concezione e sponsorizzazione dell’attività fraudolenta». I destinatari della denuncia, oltre all’azienda in quanto tale, sono anche tre ex dirigenti che si erano già dichiarati colpevoli in un’altra indagine federale, ancora in corso, riguardante sempre Fca e Uaw. Proprio sulle basi di questa causa, sul tavolo del procuratore del distretto Est del Michigan dal 2017, General Motors, sotto la guida di Mary Barra, avrebbe deciso di denunciare. GM ha detto intanto che chiederà «danni sostanziali» a Fca, senza specificarne l’importo, ma annunciando che «i fondi che Gm recupererà saranno investiti negli Stati Uniti a beneficio dei dipendenti di Gm e della creazione di posti di lavoro».

John Elkann, presidente di Fca. Foto di Ansa/Antonio Calanni

La replica- Dal canto suo Fiat Chrysler ha dichiarato alla stampa che «intende avvalersi di tutte le tutele disponibili in risposta a questa causa senza fondamento», definendo il procedimento una «manovra sconcertante» volta unicamente a distogliere l’attenzione dalle sfide proprie del suo rivale. Non solo. Anche il momento in cui il gruppo americano decide di denunciare le presunte trattative contrarie alla concorrenza sul mercato fa storcere il naso ai dirigenti Fca. «Questa causa viene in un momento in cui Fca sta dimostrando di essere un concorrente sempre più forte e continua a creare importante valore per tutti i suoi stakeholders, implementando con successo la propria strategia di lungo periodo – ha detto un portavoce dell’azienda – Ciò comprende il suo piano di fondersi con PSA, che per parte sua ha completato con successo il risanamento delle attività europee che ha recentemente acquistato dalla General Motors».

Le rassicurazioni di Fca –  E se già le Borse hanno reagito con nervosismo all’annuncio della causa, Fca tenta di mantenere la calma almeno in casa. Un portavoce, interpellato sull’andamento delle trattative con Psa all’indomani della mossa arrivata da Detroi, assicura che «tutto sta andando bene». Intanto, l’amministratore delegato Mike Manley, in una lettera ai dipendenti, scrive: «Ci tenevo a contattarvi personalmente per assicurarvi che non ci faremo frenare da questa azione. Manteniamo alto il nostro livello di prestazioni perché ha chiaramente preoccupato alcuni dei nostri concorrenti. Come probabilmente saprete, General Motors ha intentato una causa contro la nostra azienda sostenendo che Fca avrebbe corrotto il processo di contrattazione con la Uaw e in qualche modo avrebbe danneggiato General Motors. La denuncia rimaneggia un insieme di salaci accuse pubbliche su questioni legali in sospeso a Detroit e a una prima analisi, al di là di insostenibili speculazioni, non presenta alcuna nuova accusa documentata».