C’è aria d’intesa tra Cina e Stati Uniti. L’accordo sui dazi che sta tenendo in scacco l’economia globale da quasi un anno potrebbe trovare ufficialità intorno al prossimo 27 marzo. L’indiscrezione arriva dal Wall Street Journal che apre all’ipotesi di un summit ai massimi livelli tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping.

Accordo su agricoltura e gas – Il presidente cinese ha offerto di alleggerire le restrizioni su prodotti agricoli, chimici e automobilistici, mentre il presidente americano ha proposto di eliminare la maggior parte dei dazi sulle merci cinesi (se non tutti). Per favorire l’intesa, la Cina sarebbe anche pronta a comprare gas naturale dalla americana Cheniere Energy per un totale di 18 miliardi di dollari. Questo, oltre a rappresentare un investimento per l’azienda texana, potrebbe però alterare gli attuali equilibri geopolitici: la nuova commessa cade proprio dopo il taglio degli scambi verso i Paesi di influenza sovietica, come il Turkmenistan. Sempre il metano era stato al centro dell’accordo con l’Unione Europea oltre sei mesi fa: una grande commessa agli Usa aveva evitato dazi al 20% sulle auto tedesche.

Un accordo che fa bene a tutti – L’atteso avvicinamento dei due Paesi sembra essere stato favorito dagli incontri ufficiali dello scorso febbraio a Washington e dal viaggio del presidente cinese in Francia e in Italia. A spingere per il raggiungimento di un accordo sono stati però soprattutto gli ingenti danni registrati da entrambe le parti: nel 2018 i limiti imposti alle esportazioni verso gli Stati Uniti avevano portato l’Impero Celeste a registrare il Pil più basso dal 1990 (+6,6%), mentre per ogni famiglia americana era prevista una spesa di 127 dollari all’anno per smaltire il calo delle importazioni delle merci cinesi di uso comune e dell’esportazioni di automobili e carne. Come testimoniato dall’ex ambasciatore cinese a Washington, Zhang Yesui, gli accordi raggiunti dalle due maggiori economie del pianeta hanno il favore di entrambi i Paesi, e i benefici attesi dal riavvicinamento con gli Usa verranno discussi oggi nell’annuale Congresso nazionale del popolo cinese.

Trend positivo – I benefici non sono previsti solo per le parti in causa. Le borse di tutto il mondo sembrano convinte della fattibilità dell’accordo e del riscatto del ciclo import-export. A guidare l’ottimismo la borsa cinese di Shenzen che in apertura ha fatto registrare un’impennata del 3,52%, seguita a ruota da Pechino con il + 2,64%. Piazza Affari se la cava con un + 0,35%, consolidando le valutazioni dell’agenzia di rating Fitch, che a fine febbraio la vedevano leader in Europa. Protagonista oggi è il titolo di Cnh industrial, gruppo italo-americano che produce veicoli industriali e commerciali e proprietario di Iveco, che grazie alle nuove tariffe potrebbe attirare degli investitori cinesi. Mentre il mondo si prepara a tirare un respiro di sollievo, restano comunque alcuni dubbi su possibili resistenze da entrambe le parti, dove sacche di protezionismo spingono a considerare gli scambi troppo vantaggiosi. Era stata proprio la chiusura statunitense, promessa da Trump in campagna elettorale, a colpire acciaio e alluminio provenienti dall’Unione Europea (rispettivamente del 25% e del 10%), trascinando anche i 40,5 miliardi di esportazioni provenienti dall’Italia e lasciando presagire una possibile guerra commerciale.