mnb_srequestmanager

Sul fronte della battaglia tra Silvio Berlusconi e Vincent Bolloré si stagliano due possibili orizzonti: o il francese vuole utilizzare il 20% di azioni di Mediaset per chiudere il contenzioso del mancato accordo su Premium o punta a creare un gigante mediatico d’Europa.

Cosa è successo. Il 12 dicembre il gruppo transalpino ha dichiarato di voler diventare il secondo azionista di Mediaset con una partecipazione azionaria “tra il 10 e il 20%, in un primo tempo”. In contemporanea essendo obbligato a un annuncio ufficiale, aveva avvisato la Consob di detenere già il 3,01% delle azioni. La scalata ostile è iniziata senza preavviso e la famiglia Berlusconi ha chiesto l’intervento giudiziario. L’accusa è di aggiotaggio, cioè di aver manipolato il mercato facendo calare appositamente il valore delle azioni di Mediaset per lanciare una scalata più conveniente.

La diatriba Bolloré-Berlusconi. È da aprile scorso che i due gruppi vivono momenti di tensione, poiché i francesi si erano impegnati a comprare una grossa quota di Mediaset Premium, per poi ritirare l’offerta in estate, insoddisfatti dei conti della paytv italiana. Mediaset ha fatto causa ad agosto, chiedendo 50 milioni per ogni mese di ritardo nella ratifica del pre-contratto che Vivendi non ha ritenuto vincolante.

La corsa alle azioni. In tre giorni Vivendi è salita al 20% del capitale di Mediaset. Fininvest, che possiede la maggioranza del gruppo, si è difesa acquistando 27,6 milioni di azioni ordinarie di Mediaset, con l’obiettivo di rafforzare la sua quota e portarla al 40%. Un tentativo di tamponare la scalata di Bolloré. La holding della famiglia Berlusconi vuole evitare che la media company francese assuma troppa rilevanza azionaria, cercando di evitare che Vivendi assuma un grosso peso nel board. Il finanziere francese sembra voler ottenere una posizione di forza per trattare con i Berlusconi. Due scenari appaiono probabili.

Un gigante dei media del Mediterraneo. Creare un polo di media e telecomunicazioni che attraversi Roma, Madrid e Parigi. Bolloré, già con il 24% di Telecom e una piccola parte della spagnola Telefonica, chiuderebbe il triangolo con la francese Vivendi. Le possibili sinergie con i servizi on-line di Telecom saranno alla base della tv italiana di domani. Inoltre comprare Mediaset oggi è interessante poiché non gode di un valore azionario proibitivo e Vivendi avrebbe il potenziale per acquistarla e aggiungere un tassello al suo disegno di creare un network televisivo europeo, la “Netflix del Mediterraneo”.

L’ipotesi di un accordo “amichevole”. Risolvere la “super-costosa” causa da 50 milioni al mese con Fininvest mettendo sul piatto le azioni appena acquistate da Vivendi. L’ipotesi è che Bolloré voglia usare il pacchetto in Mediaset per chiudere la battaglia legale con la famiglia Berlusconi, assumendo posizioni “amichevoli” nelle decisioni del board della televisione italiana o rivendendo le azioni acquisite rinunciando a una quota rilevante del gruppo.