L’economia italiana zoppica insieme a quella dell’Eurozona. Ma c’è chi sta peggio, per esempio la Germania bloccata a crescita zero. È quanto risulta dalle stime diffusa il 19 maggio dalla Commissione europea, che ha rivisto al ribasso le previsioni dell Pil per il 2025.

Il tricolore – Le previsioni di primavera sono state infelici per la Penisola. Secondo Bruxelles si prevede una riduzione della crescita del Pil e un aumento del debito. Tutto ciò causato, con buona probabilità, dall’impatto del ritardo dei bonus edilizi promossi dal governo fino al 2023. Per la crescita del Pil, le stime sono calate rispetto a quelle di novembre 2024. Un passaggio che ha visto la discesa dallo 1,0% per il 2025 e 1,2% per il 2026, rispettivamente allo 0,7% e 0,9%. Sul versante del rapporto debito-Pil invece, sempre secondo le stime, l’aumento potrebbe arrivare al 138,2% nel 2026. In aumento dovrebbe essere anche la pressione fiscale, uno 0,1 previsto a causa della sostituzione del taglio al cuneo con un nuovo bonus per le famiglie a basso reddito del 2024.

L’Eurozona – Quello ravvisato dalla Commisisone europea è un probabile rallentamento generale causato da un fattore extra Europa: i dazi trumpiani. Nel 2025 la crescita del Pil stimata dovrebbe essere dello 0,9% per l’intera Eurozona. Un cambio di passo invece è previsto per il 2026 con un’impennata all’1,4%. In calo invece dovrebbe essere l’inflazione, che per il 2026 dovrebbe fermarsi a quota 1,7%. Nel rapporto dell’esecutivo viene infatti precisato che le previsioni sono state fatte sulla base di dazi al 10% sulle merci europee. Invece, in caso di dazi abbastanza alti da ridurre lo scambio di merci tra Stati Uniti e Cina, la Commissione europea prevede una crescita dello 0,7% per l’export. Cattive notizie per la Germania, il cui Pil resta fermo allo 0%, dopo il calo dello 0,2% nel 2024. Prevista invece una crescita dell’1,1% nel 2026. Secondo le stime della Commissione, il rallentamento è dovuto a export debole, consumi fiacchi, incertezze globali e condizioni finanziarie difficili.