Dal giugno scorso gli operai Indesit manifestano contro i 1425 licenziamenti annunciati (fonte: isoladeicassintegrati.com)

Dal giugno scorso gli operai Indesit manifestano contro i 1425 licenziamenti annunciati (fonte: isoladeicassintegrati.com)

Non è bastata un’intera notte di trattative al Ministero per lo Sviluppo economico per evitare il peggio ai 1.425 operai dell’Indesit passati in mobilità. L’azienda di elettrodomestici e i sindacati non sono infatti riusciti a trovare un accordo sul piano di riorganizzazione.

Secondo la società, “l’incomprensibile indisponibilità dei sindacati ad un’intesa impedisce l’accesso agli ammortizzatori e penalizza i lavoratori”. Un’accusa che le sigle sindacali respingono con forza.

Il piano presentato dall’azienda alle parti sociali prevedeva per l’Italia “investimenti straordinari per 83 milioni di euro, maggiori produzioni e a più alto valore aggiunto nei tre siti italiani”. Il sito di Fabriano sarebbe diventato il centro esclusivo per la produzione ad alto contenuto d’innovazione di forni da incasso (producendo anche quelli oggi realizzati in Polonia), di forni di piccole dimensioni (oggi realizzati in Spagna) e di prodotti speciali. Il sito di Comunanza (Ap) sarebbe stato il centro per l’innovazione e la produzione di lavabiancheria di alta gamma a carica frontale. Infine, a Caserta, sarebbero stati prodotti i frigoriferi da incasso ad alto contenuto d’innovazione (compresi quelli oggi realizzati in Turchia) e i piani cottura a gas da incasso.

“È un vero peccato che Indesit abbia deciso di drammatizzare il negoziato con la decisione di aprire le procedure di mobilità per 1.400 lavoratori, 680 dei quali in Campania», afferma Giovanni Sgambati, segretario generale Uilm Campania, il sindacato dei metalmeccanici. Gli fa eco Gianluca Fico, coordinatore nazionale Uilm del settore elettrodomestici: «Per quanto traumatica, la procedura di mobilità non rappresenta la fine delle trattative: abbiamo ancora 75 giorni di tempo per cercare una soluzione che scongiuri i licenziamenti e risulti accettabile sia per lavoratori sia per l’azienda». E continua: «Intraprenderemo tutte le iniziative utili a una rapida ripresa del negoziato, al fine di non vanificare i passi faticosamente fatti finora».

Angela Tisbe Ciociola