È un’attesa che durerà ancora. La ripresa, almeno per l’industria italiana, non pare davvero all’orizzonte. Secondo i dati dell’Istat diffusi oggi, il fatturato nel mese di settembre ha registrato un calo dello 0,4 per cento rispetto al mese di agosto. Rispetto alla media degli ultimi tre mesi la flessione è dell’un per cento. E i numeri risaltano e preoccupano ancora di più se si guarda agli ultimi 12 mesi. Da settembre 2013 a settembre 2014 il fatturato è arretrato del 2,2 per cento.
Osservando la prospettiva in base al mercato italiano e al mercato estero, i dati sono contrastanti. Mentre tra agosto e settembre il fatturato realizzato in Italia è rimasto stabile (+0,1%), quello estero ha fatto segnare una frenata dell’1,4 per cento. Il fatturato interno viene del resto da un lungo periodo di crisi: meno 1,8 per cento negli ultimi tre mesi e meno 3,7 per cento negli ultimi 12 mesi. Il mercato estero invece prosegue la sua moderata salita: l’incremento è dello 0,7 per cento tra luglio e settembre e dello 0,8 per cento tra settembre 2013 e lo stesso periodo di questo anno.
I settori che più di tutti faticano a uscire dal tunnel sono quelli energetici. La produzione petrolifera in un anno è crollata del 9,7 percento così come le attività estrattive, scese del sei per cento. Male anche la siderurgia con un calo del 4,1 per cento. Tra i settori in ampia crescita spiccano i buoni risultati del settore farmaceutico – più 5,1 per cento – e quelli del settore tessile, che cresce solo dello 0,8 per cento, ma in compenso ha visto aumentare gli ordinativi del 6,1.
Alberto Bellotto