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L’ultima volta che l’inflazione in Italia era all’8% il presidente della Repubblica era un neo-eletto Francesco Cossiga, nelle radio suonava Take on Me degli A-Ha, nei botteghini trionfava Sylvester Stallone con Rambo 2 e Rocky IV. Era il gennaio del 1986 e i prezzi erano aumentati dell‘8,2% dall’anno precedente. Trentasei anni dopo il carovita è tornato a erodere il potere d’acquisto degli italiani, una “tassa occulta” che gli esperti stimano pesare più di 150 miliardi di euro sul denaro delle famiglie, sempre più accumulato nei conti correnti a causa del momento difficile per i mercati.

Cosa significa l’inflazione all’8% – Avere un’inflazione all’8% significa che, per acquistare beni che a giugno 2021 sarebbero costati 100 euro, un italiano oggi dovrebbe spenderne 108. Il dato italiano è peraltro minore rispetto alla media dell’Eurozona, ancora più alta all‘8,6%. Il livello europeo è il più alto mai registrato da quando è stata creata l’Unione economica e monetaria, che nel 1986 non esisteva. Ed è la prima importante differenza rispetto al precedente contesto di alta inflazione in Italia: allora il compito di contenere l’aumento dei prezzi era affidato a Banca d’Italia, mentre oggi è centralizzato nelle mani della Banca Centrale Europea, che deve bilanciare la necessità di frenare l’inflazione con quella di proteggere la crescita economica in modo uniforme tra tutte le economie del blocco. La seconda differenza è che allora, dopo aver toccato picchi superiori al 20% in seguito alla rivoluzione khomeinista in Iran e al conseguente aumento dei prezzi del petrolio, l’inflazione era in discesa. Oggi, invece, è in aumento costante da 12 mesi.

Da cosa deriva l’inflazione – Secondo le teorie economiche esistono due tipi di inflazione: da domanda e da offerta. La prima si ha quando la domanda dei beni cresce eccessivamente rispetto all’offerta degli stessi e le imprese sono disposte a soddisfare quella domanda solo a costo di un aumento dei prezzi. È il caso che si sta verificando negli Stati Uniti, dove a maggio il carovita è stato dell’8,6%: i grossi piani di stimoli all’economia durante la pandemia e l’aumento dei salari necessario ad attirare nuovi lavoratori dopo la cosiddetta “great resignation” hanno causato uno squilibrio dal lato della domanda e i prezzi sono cresciuti di conseguenza. Quella europea è invece principalmente un’inflazione da offerta: la domanda dei beni è invariata ma l’offerta si è ristretta, e l’aumento dei costi serve a far diminuire la domanda. Nel caso europeo questo fenomeno si sta verificando, anche a causa del conflitto in Ucraina, principalmente con riferimento ai beni energetici (il cui prezzo è cresciuto del 48% anno su anno) e alimentari, sia lavorati che non lavorati (+8,2% e +9,6% rispettivamente).

Andamento dell’inflazione in Italia (fonte Istat)

Occhi puntati sul prezzo del gas – Sotto particolare pressione è il prezzo del gas naturale, che nel 2021 ha costituito il 42% del mix energetico italiano e il cui principale fornitore è il colosso di Stato russo Gazprom. In seguito alle sanzioni europee a causa della guerra in Ucraina, il governo di Mosca ha deciso di chiudere i rubinetti del gasdotto Nord Stream e interrompere temporaneamente gli approvvigionamenti verso i paesi dell’Unione. Nella mattinata di oggi, 6 luglio, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha confermato la necessità che l’Europa si prepari a ulteriori stop, «persino a un’interruzione completa». Lo stop di Mosca ha fatto lievitare la quotazione del gas sul mercato Ttf di Amsterdam, che ha toccato quota 160 euro al megawattora, e i governi europei stanno pensando a imporre un tetto al prezzo della materia prima. Sarà necessario però superare l’opposizione di alcuni Paesi, tra cui proprio l’Olanda dove ha sede il Ttf.

La Bce aumenta i tassi: cosa cambia per mutui e Btp – Nel tentativo di combattere l’inflazione il mese scorso, la Banca Centrale Europea ha annunciato un rialzo dei tassi di interesse dello 0,25%, il primo dal 2011. La misura, con cui viene fatto crescere il costo del denaro, ha come conseguenza quella di rallentare l’economia, in modo da far diminuire la domanda dei beni e allentare la pressione sui prezzi. Occorre, però, che questo rallentamento non si traduca in una recessione: in Europa, in particolare, la sfida è evitare che a soffrirne siano le “economie periferiche“, tra cui l’Italia. Poco dopo l’annuncio del rialzo dei tassi, infatti, lo spread tra il rendimento del titolo di Stato italiano decennale e quello tedesco di pari durata è cresciuto oltre i 200 punti base, segno della poca fiducia dei mercati sull’economia italiana. La Bce ha dovuto convocare una riunione di emergenza per annunciare uno “strumento contro la frammentazione della politica monetaria” in grado di proteggere le economie più sotto pressione. Inoltre, il rialzo degli interessi da parte dell’istituto guidato da Christine Lagarde ha avuto un effetto anche sui mutui: l’Euribor, tasso di riferimento per i contratti a tasso variabile, è ancora negativo, ma i futures indicano che tra un anno potrebbe arrivare al +1,68%, con notevoli aumenti delle rate mensili che potrebbero costare agli italiani complessivamente centinaia di milioni di euro.