Prosegue la fase di rientro dell’inflazione. I dati dell’Istat di marzo 2023 osservano un ribasso del dato annuo, stimato a +7,6%. A gennaio la stima si attestava sul +10%, a febbraio sul +9,2%. Secondo la stima preliminare dell’indice Nazionale dei prezzi al consumo per l’Intera Collettività (NIC) per marzo era prevista un’inflazione del +7,7%. Motivo del ribasso è la dinamica dei prezzi dei beni energetici: sul mercato tutelato le bollette sono in continua flessione con il segno al negativo, mentre decelera l’aumento dei prezzi sul libero mercato. Bollette meno care e inflazione più bassa, dunque.

In lieve rallentamento anche i prezzi del carrello della spesa: beni alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona passano da +12,7% a +12,6%. In più rapida frenata i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +9,0% a +7,6%). Nel primo trimestre 2023 l’impatto dell’inflazione resta più alto sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con capacità più elevate (+12,5% e +8,2% rispettivamente), secondo quanto rilevato dall’Ipca, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo.