soldi veraAumenti dei salari così bassi non si vedevano dal 1982. Le retribuzioni orarie sono cresciute infatti nel 2013 solo dell’1,4%. Lo rileva l’Istat, spiegando che gli stipendi del settore privato hanno registrato un aumento tendenziale dell’1,7% mentre quelle della pubblica amministrazione hanno avuto una variazione nulla.

I tecnici dell’istituto nazionale di statistica spiegano che il blocco risente dei contratti dei dipendenti pubblici. Nel settore privato sono cresciute soprattutto le retribuzioni dell’agricoltura (+2,7%) mentre quelle del settore industriale sono aumentate dell’1,8%. Nell’industria ci sono stati incrementi degli stipendi soprattutto nel settore alimentare (+4,1%), nella chimica (+2,3%) e nel metalmeccanico (+2,2%). Nell’edilizia i salari orari sono aumentati solo dello 0,4%. Guardando i servizi privati, le retribuzioni del commercio sono cresciute del 2,1%, quelle nei pubblici esercizi e alberghi del 2,2% mentre nel credito l’aumento si è limitato all’1,8%.

“La bassissima crescita delle retribuzioni in Italia ha effetti diretti sulle famiglie, limitando la capacità d’acquisto e riducendo i consumi”, commenta il Codacons. “Se da un lato in Italia la pressione fiscale è salita nel 2013 al 44,3%, dall’altro le retribuzioni registrano una brusca frenata. Tale situazione – spiega Carlo Rienzi, presidente dell’associazione dei consumatori – produce una progressiva erosione del potere d’acquisto dei cittadini con effetti diretti sui consumi e sullo stato economico delle famiglie”. “In tale contesto – conclude Rienzi – aumenta l’impoverimento degli italiani e si aggrava lo stato di salute dell’intero paese”.

Andrea Zitelli