Cattive notizie per i consumatori italiani. Secondo i dati provvisori pubblicati dall’Istat (Istituto nazionale di statistica), a febbraio i prezzi del carrello della spesa sono saliti del 3,1% su base annua, dell’1,1% su base mensile . Per trovare una crescita tendenziale maggiore dei prezzi al consumo bisogna tornare indietro di otto anni, al febbraio 2009, quando l’incremento era stato del 3,3%. Il tasso generale di inflazione registra un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1,5% rispetto a un anno fa. Un balzo dei prezzi di questa portata non si vedeva dal 2013. Le città più care sono Trieste e Bolzano. Sulla crescita del livello di inflazione pesano i rincari del trasporto aereo e ferroviario (rispettivamente +12,8% e +6,9% su base annua) e del settore energetico, dovuti anche al rialzo del gasolio (+13,9%) e della benzina (+9,3%).

Volano i prezzi della verdura – Sono però i prodotti alimentari a fare la parte del leone: a gennaio l’aumento è stato del 5,3%, a febbraio dell’8,8%. In particolare, l’Istat registra un’impennata dei prezzi dei vegetali freschi con un +12,5% su base mensile e un +37,3% su base annua. Un dato così alto non veniva rilevato da 20 anni. La frutta fresca è invece salita al 7,3% rispetto al mese precedente. L’incremento più elevato riguarda prodotti come melanzane, zucche, lattuga, spinaci e cavoli con picchi che superano il 200%. Il motivo è in gran parte attribuibile al maltempo che nel mese di gennaio ha colpito le regioni del centro-sud. Aumentano anche i prezzi dei prodotti per la cura della casa e della persona.