Un ragazzo davanti a una agenzia interinale, in una foto del 31 maggio 2010 a Pisa.  Il tasso di disoccupazione nell'area Ocse ad aprile è rimasto stabile all'8,7%. Lo comunica l'organizzazione di Parigi aggiungendo che per l'Italia la disoccupazione è invece all'8,9%, in crescita rispetto dall'8,8% di marzo. I Paesi del G7 registrano complessivamente, sempre ad aprile, una disoccupazione all'8,4%, mentre più alto è il tasso di disoccupazione in Europa: 9,7% per l'Unione europea e 10,1% per Eurolandia. Solo per Canada e Stati Uniti sono disponibili i dati aggiornati a maggio. Nei due Paesi il tasso di disoccupazione il mese scorso si è attestato rispettivamente all'8,1% (invariato rispetto ad aprile) e al 9,7% (-0,2% rispetto al mese precedente). DBA/ FRANCO SILVI

Crescono i contratti a tempo indeterminato. Tra novembre e gennaio 125 mila posti in più

Movimento lento, forse troppo. L’Istat ha diffuso i dati di gennaio sulla disoccupazione rilevando che al momento è ferma all’11,5%, come quella di dicembre 2015. A ben vedere la stima dell’istituto non si muove da agosto mentre su base annuale scende dello 0,7%. Dati un po’ diversi sul fronte degli occupati. Se a dicembre il numero degli impiegati era sceso dello 0,2%, a gennaio il saldo torna a essere positivo con un +0,3%, tornando ai livelli dell’estate scorsa. Complessivamente a gennaio il tasso di occupazione è salito al 56,8%. Parlando in termini assoluti nel primo mese del 2016 i disoccupati rilevati dell’Istat sono stati 2 milioni e 951 mila. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno gli occupati sono aumentati di 299 mila unità, mentre chi cerca lavoro è diminuito di 169 mila unità.

A trainare l’occupazione sono soprattutto i contratti a tempo indeterminato. Nel trimestre novembre 2015-gennaio 2016 i lavoratori permanenti sono cresciuti di 125 mila posti mentre gli impieghi i a tempo determinato sono scesi di 79 mila unità. Calano anche i lavoratori indipendenti, tra i quali anche co.co.co e co.co.pro, che scendono dello 0,9%.

Se si confrontano i dati con lo stesso periodo del 2015 si scopre che i lavoratori dipendenti sono aumentati di 448 mila unità. Di questi la maggior parte sono lavori a tempo indeterminato che risentono dell’effetto Jobs Act. La rilevazione infatti tiene conto dei contratti che non prevedono scadenza, come quelli nati con il contratto a tutele crescenti.

Sul fronte dell’occupazione non si registrano differenze tra uomini e donne, con un +0,2% rispetto a gennaio per gli uomini e un +0,1% per le donne. Per quanto riguarda invece la disoccupazione le tendenze sono inverse. Rispetto a dicembre la disoccupazione maschile è scesa del 2,6% mentre quella femminile è salita del 3,3% anche se in realtà nell’ultimo anno l’occupazione delle donne è scesa del 6,3%. Brutte notizie sul fronte giovani. A gennaio il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 39,3% tornando al livello di ottobre, anche se rispetto allo stesso periodo del 2015 la riduzione è dell’1,6%.

A gennaio scendono anche gli inattivi, persone in età lavorativa che però hanno scelto di non cercare un impiego. Nel primo mese dell’anno rispetto al 2015 gli inattivi sono scesi di 242 unità. A diminuire sono sopratutto le persone tra i 50 e 64 anni.

Alberto Bellotto