Se è vero che finora l’export ha rappresentato una speranza per le imprese italiane messe in difficoltà dalla crisi sul mercato interno, anche quest’ultimo baluardo comincia a tremare. Lo dicono gli ultimi dati dell’Istat sul primo trimestre del 2013, in cui le esportazioni hanno raggiunto complessivamente 94,6 milioni di euro. Lo 0,7 per cento in meno rispetto al primo trimestre del 2012. Il Mezzogiorno e le isole hanno subito un calo maggiore (-7,8 per cento), mentre l’Italia nord-orientale e centrale risentono in misura minore la crisi globale con una flessione dello 0,9 per cento per entrambi. L’unico dato positivo è quello del Nord-Ovest, che ha guadagnato lo 0,5 cento.
Tra le regioni più deludenti per le esportazioni ci sono Puglia (-16,1 per cento), Sicilia (-9,9%), Friuli-Venezia Giulia (-6,8%), Lombardia (-0,6%) e Sardegna (-9,1%). Mentre le principali regioni in espansione sono Marche (+13,2%), provincia di Bolzano (+3,8%), Liguria (+2,5%) e Lazio (+2,4%). Le provincie che hanno subito la diminuzione dell’export più di tutte le altre sono Siracusa, Taranto, Arezzo, Roma, Caltanissetta, Cagliari e Napoli. In testa per l’export sono invece Firenze, Latina e Ascoli Piceno.
Per quanto riguarda le categorie dei prodotti, a risentire il calo sono soprattutto le esportazioni industriali, di coke e prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Lazio e di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, da Toscana, Puglia e Lombardia. In aumento invece è l’export di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Lazio e Marche e di macchinari ed apparecchi n.c.a dalla Toscana.
Anna Lesnevskaya