Crescita debole da un lato. Recessione dall’altro. I dati diffusi dall’Istat fotografano un’Italia in cui l’occupazione cresce, ma lentamente, e la produzione industriale e il Pil continuano a diminuire. Vengono confermate, quindi, le previsioni del premier Giuseppe Conte: con un calo dello 0,2 per cento, l’Italia è in recessione tecnica.

Il Pil – Il dato diffuso si riferisce al quarto trimestre del 2018 ed è calcolato comparando i mesi di settembre-dicembre ai tre mesi precedenti. Mesi in cui era già stato ravvisato un calo dello 0,1%. E’ il secondo trimestre consecutivo, quindi, in cui viene registrata una contrazione. Secondo l’Istat questo è il peggiore risultato da 5 anni a questa parte: per ritrovare un calo simile si deve infatti risalire al quarto trimestre del 2013. Diminuiscono anche la produzione industriale e agricola. Cresce, invece, il settore terziario. Sulla base di questi dati, secondo l’Istat nel 2018 il Pil non è aumentato dell’1%, come previsto dal governo, ma si è fermato allo 0,8%. Tuttavia, per avere i dati certi sui conti nazionali dell’anno scorso bisogna attendere marzo.

I contratti a termine – Più positivi, ma non del tutto, i dati dell’Istat riguardo all’occupazione. Rispetto al mese di novembre 2018, a dicembre i lavoratori aumentano di 23mila unità grazie in particolare ai dipendenti a termine (+47mila). Diminuiscono, infatti, gli occupati a tempo indeterminato (-35mila). Questo risultato è particolarmente significativo se si tiene conto che dall’1 novembre è in vigore il decreto dignità: il cavallo di battaglia dell’esecutivo gialloverde che avrebbe dovuto contrastare gli effetti del Jobs Act e, quindi, favorire i contratti a tempo indeterminato. In generale in confronto a un anno fa i lavoratori a termine aumentano di 257mila unità e quelli permanenti di 35mila.

Più lavoratrici donne e over 50 – Guardando al dato per classi, rispetto a novembre 2018, gli occupati aumentano nella fascia 15-24 (+15mila) e soprattutto over 50 (+25mila), mentre calano in quella 25-34 (-31mila). Scorporando invece i dati per genere, i disoccupati calano sia per gli uomini (-35mila) sia per le donne (-10 mila), e gli occupati aumentano solo nel dato femminile (+36mila).

Il tasso di occupazione – Cresce, quindi, nel mese di dicembre il tasso di occupazione che arriva a 58,8%, il livello più alto dalla crisi del 2008. Cala il tasso di disoccupazione che raggiunge il 10,3%, a fronte però di un leggero aumento in quello giovanile (+ 0,1). Tuttavia, come specifica anche l’Istat, il dato sul tasso di occupazione non deve entusiasmare, perché registra comunque una crescita debole e per lo più legata ai contratti a termine. D’altronde, proprio per il tasso di disoccupazione il nostro Paese si posiziona saldamente nei posti di coda della classifica Ue. Peggio di noi, in tutta l’Unione Europea, soltanto la Grecia che secondo i dati Eurostat nel 2017 aveva un tasso di occupazione del 53,5%.