Carrelli più vuoti e meno turismo. A questo ha portato la sfiducia dei consumatori nell’economia italiana. Nell’ultimo trimestre del 2017 e nel primo mese del 2018, rivelano i dati appena diffusi dall’Istat, le persone credono meno alla ripresa e temono la crescita della disoccupazione. L’indice composito, sulla fiducia delle imprese a livello nazionale, è sceso a gennaio da 108,7 a 105,6. Un calo che si è rivelato più marcato rispetto a quello della fiducia dei consumatori, scesa di un punto, da 116,5 a 115,5. Un clima che ha portato le famiglie a risparmiare, contraendo i consumi con ricaduta sull’attività delle imprese soprattutto nel settore dei servizi. In questo periodo ha fatto eccezione solo la manifattura, mantenendo i numeri sostanzialmente invariati (da 110,3 a 109,9). L’istituto nazionale di statistica ha spiegato che i dati sono dovuti anche a una normale contrazione del turismo nei mesi invernali, essendo un settore che cresce generalmente nel secondo e nel terzo semestre dell’anno (periodo primaverile ed estivo).

Disoccupazione e crescita dell’ecommerce– La flessione del settore turistico non è l’unica ragione. Per l’Istat la sfiducia dei consumatori sta deprimendo la vendita al dettaglio, forse per l’andamento dei prezzi, tanto da far registrare una crescita delle scorte di magazzino invendute. I giudizi sulle vendite correnti rimangono per ora stabili. I dati negativi sono invece dovuti non solo alla maggiore propensione al risparmio, ma anche alla crescita dell’ecommerce. I segnali fanno temere un nuovo aumento della disoccupazione nel settore commerciale, innalzando così la sfiducia dei consumatori e generando una spirale negativa per l’economia italiana.

Settore edilizio in controtendenza– L’unico settore non solo a tenere, come la manifattura, ma anche a crescere, è quello dell’edilizia. La fiducia passa da 127,1 a 129,2, dati che riflettono migliori aspettative nel settore delle costruzioni. Migliora anche il clima di fiducia nei servizi alle imprese che operano nei settori dell’informazione e della comunicazione.

Eurostat, Ue in crescita– In un contesto più ampio, l’Unione europea registra nel quarto trimestre del 2017 una crescita del Pil dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. Questo è quanto riportano i dati dell’Eurostat per i 28 Stati dell’Unione, con il Regno Unito ancora compreso nell’analisi statistica. Su base annua l’Eurozona è cresciuta del 2,7%, media addirittura superiore alla totalità dei Paesi Ue (2,6%). Si riconferma in ripresa l’economia spagnola, come ha riportato l’Instituto Nacional de Estadística, con il Pil che è salito del 3,1% nel 2017, dopo il 3,3% nel 2016. Buzfeed invece, diffondendo i risultati di un rapporto commissionato dallo stesso governo inglese, ha fatto sapere che il Regno Unito potrebbe perdere l’8% del Pil a causa della Brexit, in caso di un mancato accordo con l’Unione. Fonti di Downing Street minimizzano, rispondendo che si tratta di «ipotesi e previsioni orientative».