Effetto Corona sull’economia italiana. È quanto certifica l’Istat che ha analizzato i dati di maggio, proiettandone le stime sull’anno in corso e su quello successivo. Secondo le analisi dell’Istituto di Statistica, che ha pubblicato il volume “Prospettive per l’economia italiana”, nel 2020 il Prodotto interno lordo (Pil) subirà una contrazione del 9,3%, cui seguirà una ripresa nel 2021 con un rimbalzo di oltre 4 punti percentuali. Il calo di quest’anno, peraltro atteso, si deve al crollo dei consumi delle famiglie (-8,7%) e degli investimenti (-12,5%) che, come però dovrebbero tornare a crescere il prossimo anno. Dati che si ripetono anche per l’occupazione, in calo del 9,3% quest’anno e in ripresa nel 2021. «Il fenomeno è solo in parte legato al Covid-19, visto che già alla fine del 2019 l’economia italiana mostrava segnali di stagnazione», evidenzia l’Istat.

La caduta del PIL Tuttavia non mancano i dati positivi che mostrano una ripresa dell’economia italiana già a maggio. Secondo l’Istituto di statistica «ci sono già i primi segnali di ripartenza in linea con il processo di riapertura delle città. La ripresa delle attività di produzione e consumo permetterà un miglioramento della situazione economica a partire dal secondo semestre dell’anno». Il dilagare dell’epidemia da Covid-19 ha provocato uno shock senza precedenti che rende «difficile fare congetture sul possibile andamento dei conti economici. Le ipotesi avanzate sono congetture fatte immaginando l’assenza di un’effettiva ripresa dei contagi nella seconda parte dell’anno, l’efficacia di misure di sostegno ai redditi, gli impegni di spesa previsti nei recenti decreti e il perseguimento di una politica monetaria accomodante».

Lavoro e produzione – Come ha rilevato l’Istat, nei mesi di marzo e aprile è stato registrato una contrazione di oltre un terzo delle ore lavorate, attestatesi a circa 22 ore (rispetto alle 34,2 in media del 2019). Un fattore in apparente controtendenza è il calo della disoccupazione a causa dell’aumento degli inattivi: circa 500 mila persone hanno smesso di cercare lavoro nei primi quattro mesi dell’anno. Una condizione che pesa soprattutto sulle donne: è stato rilevato un aumento dell’inattività femminile di 2,3 punti percentuali e a soffrirne di più sono state le lavoratrici nella fascia di età 35-49 (+10,4%) e 25-34 (+8,8%).

Consumi e investimenti- Secondo l’Istituto di Statistica, la contrazione del Pil è dovuta essenzialmente al crollo dei consumi interni che si registrerà nel 2020 (-8,7%), mentre il prossimo anno è previsto un aumento intorno al 5%. I dati evidenziano una forte flessione nel consumo di beni durevoli e servizi (rispettivamente -17,5% e -9,2%), mentre quello dei beni non durevoli rimarrà stabile nel corso del 2020 (-0,9%). A risentirne maggiormente saranno i settori delle calzature, mobili, articoli tessili, arredamento e abbigliamento e pellicceria. Sostanziale tenuta, sempre nel 2020, del volume dei beni alimentari (-0,4%), mentre è cresciuto il consumo di oggetti elettronici (+27,1% ad aprile rispetto ai mesi precedenti). Per quanto riguarda la bilancia commerciale,  è prevedibile un effetto rimbalzo sia per le esportazioni (-13,9% nel 2020, seguito da un +7,9% nel 2021) che per le importazioni (-14,4% nel 2020, seguito da un +7,8% nel 2021). Secondo l’Istat, «la normalizzazione delle attività produttive, prevista a partire dal secondo semestre dell’anno, è attesa sostenere la ripresa dell’attività di investimento anche nel 2021 che salirà del 6,3%, ma con effetti limitati sulla quota rispetto al Pil, che dovrebbe rimanere inferiore al 18%».