Meglio del previsto sul deficit, peggio su Pil e tasse. L’economia italiana è cresciuta dello 0,7% nel 2024, come rivelano i nuovi dati diffusi dall’Istat. Il tasso di crescita del Prodotto interno lordo è però inferiore alla stima dell’1% prospettata dal governo Meloni nel Piano strutturale di bilancio, approvato dal Parlamento lo scorso ottobre. Nel 2024 è poi salita la pressione fiscale di oltre un punto percentuale. Il rapporto tra l’ammontare del prelievo dello Stato (tasse, imposte, tributi ecc.) e il Pil è arrivato al 42,6%, mentre era del 41,4% l’anno precedente.
Deficit – Il rapporto deficit-Pil è stato del 3,4% nel 2024. L‘indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in relazione al Pil è dunque in diminuzione rispetto al 7,2% nel 2023. L’aspettativa nel Piano strutturale di bilancio era del 3,8%. Nel complesso, il debito pubblico italiano è però salito al 135,3% del Pil dal 134,6% del 2023.
Il governo – «I dati Istat di oggi confermano, come da sempre sostenuto con convinzione, che la finanza pubblica è in una condizione migliore del previsto» – ha dichiarato il ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. «L’avanzo primario certificato oggi – ha proseguito – è una soddisfazione morale. La crescita corrisponde a quella che avevamo aggiornato a dicembre». Ha poi concluso: «Non possiamo fermarci, ora la sfida è la crescita in un contesto assai problematico non solo italiano ma che coinvolge tutta Europa».
I consumatori – «Il Paese resta bloccato, con il Pil che cresce sempre del solito zero virgola. Una stima inferiore a quella del governo, pari all’1%, anche se superiore ad altre stime che si fermavano allo 0,5%. Una magra consolazione, però» – ha affermato il presidente dell’Unione nazionale consumatori Massimiliano Dona. «Il fatto grave è che, nonostante tutti i soldi del Pnrr, si cresce pochissimo, con gli investimenti fissi lordi al palo e la spesa delle famiglie residenti che sale meno di tutti gli altri aggregati. Se si considera che la spesa dei consumatori rappresenta, in valori concatenati, il 55,56% di tutto il Pil, è chiaro che fino a che non viene ridata capacità di spesa agli italiani, al 50% meno abbiente della popolazione, il Pil aumenterà sempre in modo asfittico» – ha concluso Dona.