I dati pubblicati dall'Istat sono in linea con quelli preventivati dal governo Renzi nella Legge di Stabilità.    L'Istat è solo un po' meno ottimista sulle previsioni di crescita per i prossimi due anni.

I dati pubblicati dall’Istat sono in linea con quelli preventivati dal governo Renzi nella Legge di Stabilità. L’Istat è solo un po’ meno ottimista sulle previsioni di crescita per i prossimi due anni.

Buone notizie per l’economia italiana. L’Istat, in base alle misure che il Governo ha indicato nella Legge di Stabilità approvata lo scorso 15 ottobre, prevede per il 2015 una crescita del Pil pari allo 0,9 per cento in termini reali, a cui seguirà un aumento dell’1,4 sia nel 2016 che nel 2017.

Dati in linea con quelli dell’esecutivo, che per l’anno prossimo si attende una crescita dell’1,6 per cento della ricchezza nazionale.

Le previsioni dell’Istat sono legate a una serie di indicatori che, per la prima volta da diverso tempo, tornano a mostrare il segno “più”. Il fattore che incide maggiormente sulla ripresa è la domanda interna, in crescita dell’1,2 per cento, mentre il commercio con l’estero segna il passo con un modesto + 0,1.

I dati mostrano ottimismo anche sul versante della spesa delle famiglie, che aumenterà dello 0,8 per cento nel 2015 grazie al miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro e del reddito disponibile. I consumi privati aumenteranno ancora di più nel 2016 e nel 2017: + 1,2 e + 1,1 per cento.

Previsioni rosee anche sull’occupazione, che aumenterà nel 2015 dello 0,6 per cento in termini di unità di lavoro, accompagnata da una riduzione del tasso di disoccupazione che si attesterà al 12,1 per cento. Tra il 2016 e il 2017, secondo l’Istat, gli indicatori relativi al lavoro miglioreranno ancora di più, con il tasso di disoccupazione in discesa entro il 2017 fino a 11,3 punti percentuali dai 13 del 2014.

Lo scenario prefigurato dall’Istat sembra promettere bene, come conferma l’Unione Europea. Nonostante i rischi legati all’inflazione e al debito pubblico, anche l’Ue ha confermato le previsioni, sottolineando che i fattori che più incideranno sulla crescita saranno l’aumento della domanda interna e i tagli alle tasse.

Bene la ripresa, ma bisogna tenere d’occhio il deficit, come ha sottolineato il presidente della Bce Mario Draghi nel bollettino economico dell’organismo europeo che esercita la politica monetaria dell’Unione. Infatti il governo Renzi, per coprire le spese messe a bilancio, ha messo in preventivo un aumento del deficit di 13 miliardi di euro e maggiori entrate per quasi 5 miliardi grazie alla ripresa economica dell’1,6 per cento prevista per l’anno prossimo. Dati su cui – secondo la Banca centrale europea – non ci sono margini di certezza.