Ancora giù. La crisi del mattone non vede la fine, anche per effetto delle tasse sugli immobili. Nel quarto trimestre 2012 i prezzi delle abitazioni acquistate scendono dell’1,5% in termini congiunturali e del 4,6% sull’anno. Sono dati significativi, gli ennesimi rilevati dall’Istat per la crisi del settore.
«La flessione è dovuta alle case esistenti (-4,7%), mentre i prezzi delle nuove, seppure in frenata, restano positivi (+2,1%)» sottolinea l’ente di ricerca, spiegando che «il calo dei prezzi si è manifestato in presenza di una diminuzione del 25,8% del numero di abitazioni compravendute registrato dall’Osservatorio nel Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate».
Secondo le stime, l’Indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie sia per fini abitativi sia per investimento registra il quinto calo congiunturale consecutivo a partire dalla fine del 2011, mentre la diminuzione in termini tendenziali è la più marcata delle quattro registrate nel corso del 2012.
Il 30 marzo scorso sul tema della casa si era espressa anche la Cgil, denunciando il peso crescente di spese, bollette, tasse, mutuo o affitto. Secondo il sindacato, oltre 3 milioni di famiglie rischiano per «il costo del semplice abitare assolutamente insostenibile lo scivolamento verso la povertà». In media, afferma la Cgil, «la spesa delle famiglie per la casa è pari al 31,2%, ma supera il 40% per oltre tre milioni di famiglie». Senza disponibilità di abitazioni a prezzi sostenibili e forme di sostegno ai redditi, «300 mila famiglie potrebbero perdere nel prossimo triennio la propria casa in proprietà o in affitto, a causa di esecuzioni immobiliari o di sfratti».
Silvia Morosi