Lufthansa ha confermato ieri, 18 gennaio, di voler siglare con Ita, la ex Alitalia, un vero e proprio patto d’acciaio. La compagnia tedesca ha avanzato un’offerta iniziale per il 40% delle azioni della compagnia italiana, ossia una quota di minoranza. La scelta era obbligata: le azioni rimanenti potranno essere acquisite solo dopo un periodo di controllo da parte del Ministero dell’Economia, secondo quanto stabilito dal Dpcm di dicembre.

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All’ultimo minuto – Qualche ora prima della scadenza dei termini Lufthansa ha presentato un’offerta  – secondo alcune indiscrezioni – da 300 milioni di euro. In una seconda fase Lufthansa potrebbe arrivare a rilevare il 100%. Secondo alcune stime ufficiose, il valore della compagnia alla fine del 2022 si attestava a circa mezzo miliardo di euro. I vertici del ministero italiano – stando a quanto si legge sul Messaggero – non hanno nascosto una certa irritazione: dopo un anno dall’apertura della pratica, ci si aspettava un’offerta più tempestiva. Questo nonostante l’acquisto dell’ex Alitalia fosse un’occasione che la compagnia di Colonia non poteva e non voleva perdere, perché «l’Italia è il mercato più importante al di fuori dei mercati nazionali e degli Stati Uniti», scrive la compagnia aerea tedesca in una nota.

Le tranches – L’ingresso avverrà in due tempi: «inizialmente verrà definito l’acquisto di una quota di minoranza e poi saranno concordate opzioni per il successivo acquisto delle azioni rimanenti». In base al Dpcm del 21 dicembre (che consente l’ingresso di un partner con una quota non di maggioranza), l’operazione potrà avvenire tramite un aumento di capitale riservato. Non solo: l’altra clausola necessaria per finalizzare l’acquisto prevede che Lufthansa abbia un coinvolgimento preminente nella gestione di Ita a patto che al MEF (il Ministero dell’Economia e Finanza) siano lasciati «adeguati poteri di controllo sulla gestione e il diritto di gradimento sui nuovi azionisti». In sostanza l’intento del governo è quello di conservare per un primo tempo una quota di controllo pubblico per monitorare l’operato dell’acquirente. Anche Lufthansa ha messo dei paletti: lo stato italiano può rimanere socio per un breve lasso di tempo, ma soltanto se accetta di astenersi da interferenze politiche nella gestione.

Il memorandum d’intesa – Se entrambe le parti troveranno l’accordo, verrà firmato un memorandum d’intesa in modo che trattative e discussioni continuino su «base esclusiva». Per ora, l’offerta di Lufthansa è al vaglio del MEF, che «si riserva di esaminare la congruità dell’offerta nel rispetto dei requisiti previsti dal Dpcm», come afferma il dicastero. Stando alle stime del Sole 24 ore, l’attuazione dell’accordo dovrà attendere anche l’approvazione delle autorità competenti, tra cui l’Antitrust europeo. Questo potrebbe comportare che la chiusura della trattativa non avvenga prima dell’estate.

Il motivo dell’acquisto – L’interesse di Lufthansa nell’acquistare Ita Airways è duplice. C’è la motivazione che l’Italia rappresenta, in Europa, il mercato più importante dopo quello tedesco e statunitense, ma c’è anche un’attenzione all’Italia che ha un «forte interscambio a livello globale, tramite viaggi d’affari e privati, nella sua forte economia orientata all’esportazione e nel suo essere uno dei luoghi più attrattivi d’Europa», spiega la nota da Colonia. C’è poi un terzo motivo d’interesse: grazie all’appoggio all’aeroporto intercontinentale di Fiumicino, la compagnia italiana potrebbe incentivare la promozione di rotte aeree, finora gestite in maniera poco adeguata, verso il Sud del mondo, in particolare verso l’Africa e il Sud America.

Gli altri concorrenti – Nelle stesse ore dell’offerta di Colonia, il gruppo franco-olandese Air France-Klm ha dichiarato che non avrebbe partecipato al tentativo di acquisizione di una quota di Ita, a differenza di quanto era stato ipotizzato durante il governo Draghi. Il gruppo continuerà comunque a monitorare il processo di privatizzazione dell’ex Alitalia, alla quale rimane interessato «come potenziale partner commerciale».