
Giorgia Meloni e il ministro emiratino dell’industria, Sultan Al Jaber
Se ad Abu Dhabi, ieri 15 gennaio, il presidente albanese Edi Rama si è inginocchiato davanti a Giorgia Meloni non è stato solo per dargli in dono un foulard grigio, ma anche per ringraziarla di averlo coinvolto in un nuovo accordo commerciale. L’occasione per presentare il dono è il 48esimo compleanno della presidente del Consiglio. Ma i due si trovavano ad Abu Dhabi per finalizzare l’accordo commerciale dal valore di un miliardo di euro con gli Emirati Arabi. Il tema questa volta è l’energia sostenibile e la costruzione di un cavo sottomarino tra Albania e Italia. Il patto è stato siglato all’interno della cornice dell’Abu Dhabi Sustainability Week. Il Paese del Golfo avrà il compito di costruire impianti green.
Cosa prevede l’accordo – L’intesa è stata definita «ambiziosa» da Giorgia Meloni, arrivata ad Abu Dhabi in compagnia del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e dall’amministratore delegato di Enel, Flavio Cattaneo. L’obiettivo è l’istallazione in Albania di impianti fotovoltaici, eolici e ibridi capaci di produrre un totale di 3 gigawatt di energia verde. Parte di questa produzione, circa un gigawatt, verrebbe poi trasportata dal porto di Valona in Albania alle coste della Puglia, attraverso un nuovo cavo sottomarino. Il piano sarà realizzato in tre anni e farà parte della strategia «per rendere l’Italia un hub energetico nel Mediterraneo» così definita dal ministro Pichetto Fratin, in un incontro precedente sull’idrogeno a Riad.
Gli obiettivi – Non esistono, ad ora, collegamenti elettrici con l’Albania. L’unico elettrodo (infrastruttura destinata al trasporto di energia ad alta tensione) che collega i Balcani con l’Italia è il cavo sottomarino tra Pescara e il Montenegro. L’Italia sta intraprendendo un processo graduale alla transizione energetica che dovrebbe, secondo le normative Ue ridurre del 55% le emissioni entro il 2030. Per Meloni però questo obiettivo è molto complesso: «Non riusciremo a triplicare la capacità di produzione di energia rinnovabile entro il 2030. Inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica non è sostenibile». Il “piano Albania” ricalca quello dei migranti, questa volta però la delocalizzazione è per gli impianti dell’energia verde. Per Angelo Bonelli, leder di AVS, l’iniziativa non ha senso visto che «Giorgia Meloni blocca le rinnovabili in Italia, per via della norma Lollobrigida che dice no al fotovoltaico, ed esulta perché le porta dall’Albania». Si riferisce a un decreto, voluto dal ministro dell’Agricoltura per frenare «l’installazione selvaggia di fotovoltaico a terra».