«Possono essere trovate delle soluzioni nel dialogo tra la Commissione europea e Roma, ma l’Italia deve dimostrare che rispetterà le regole in futuro». Con queste parole all’Ansa alcune fonti altamente qualificate da Bruxelles aprono la strada verso un possibile accordo sulla procedura d’infrazione del debito pubblico all’Italia. Nel frattempo però a Roma la situazione si complica, con la convocazione del Consiglio dei ministri che è slittata alla settimana prossima per via del G20: di prassi il provvedimento per l’assestamento di bilancio viene approvato entro il 30 giugno ed è quindi certo che le scadenze non verranno rispettate.

Apertura Ue – Nella mattina del 27 giugno sono arrivati segnali di distensione da parte di fonti vicine alla Commissione sulla questione dell’infrazione del debito pubblico. «Ma Roma si deve rendere conto dell’enorme impatto che la sua economia ha sul resto dell’Unione», precisano le stesse fonti. Una notizia in controtendenza con il clima che si era respirato nei giorni scorsi: ieri la Commissione doveva decidere ufficialmente se chiedere una procedura d’infrazione contro l’Italia e l’ipotesi non sembrava così improbabile. Oggi, invece, un apparente dietrofront, tanto che il Frankfurter Allgemeine Zeitung lo dà quasi per certo e attribuisce il risultato alla controminaccia dell’Italia attraverso l’annuncio dei mini-bot: «La dichiarazione di guerra di Roma», è il titolo che spiega come sarebbe stato possibile evitare l’ammenda per infrazione del debito. Ma allo stesso tempo «tutto fa prevedere che dopo l’addio dei tre italiani ai posti di vertice della Comunità – Mario Draghi, Federica Mogherini e Antonio Tajani – il peso di Roma nella struttura di potere dell’Unione europea sarà ridotto».

Le reazioni dei ministri – Il primo a commentare la notizia è stato il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi: «È fondamentale fare il possibile per evitare che si apra una procedura per debito. Naturalmente fare il possibile non significa fare l’impossibile». Il ministro ha aggiunto che l’Italia si aspetta che l’Europa «ragioni sull’opportunità politico-economica di aprire una procedura a fronte di dati che dopo l’annuncio del ministro Tria non sono quelli negativi che erano stati in un primo momento stimati».
Aggressivo rimane invece il ministro degli Interni Matteo Salvini, che in un’intervista a Radio1 ha ricollegato la questione dell’infrazione al caso della Sea-Watch 3: «L’Europa perseguita l’Italia per uno zero virgola uno di infrazione sul deficit e sul debito. Siamo il terzo Paese che paga di più, e dai non scherziamo, non è che paghiamo l’Europa per farci richiamare e poi sull’immigrazione si girano dall’altra parte. Noi non possiamo sfamare tutto il mondo, abbiamo qualche milione di italiani in difficoltà e io mi preoccuperei prima di loro».

Ritardi italiani – Intanto però il governo italiano non rispetterà le tempistiche per l’approvazione dell’assestamento di bilancio, previste per il 30 giugno. Il provvedimento doveva approdare nel Consiglio dei ministri di ieri sera, ma è tutto slittato alla settimana prossima. Il motivo ufficiale, annunciato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, è che «il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria vanno ad Osaka e preferiscono farlo dopo». Conte e Tria parteciperanno al G20 in Giappone con la precisa intenzione di confrontarsi con i colleghi europei sulla questione.
Giorgetti ha anche riferito che l’assestamento sarà accompagnato da una relazione al Parlamento con l’indicazione del nuovo deficit: con l’assestamento di bilancio l’Italia deve dimostrare alla Commissione europea che il deficit per il 2019 è al 2,1% e non superiore, per scongiurare così la procedura di infrazione. Nonostante i ritardi, i segnali di distensione di oggi hanno fatto guadagnare tempo al governo e fanno sperare che si possa evitare il cartellino rosso da Bruxelles.