«Senza di noi l’auto italiana sarebbe scomparsa, come l’informatica dopo Olivetti e la chimica dopo Montedison». John Elkann nella sua audizione al Parlamento di fronte alle commissioni Attività produttive congiunte di Camera e Senato. ha vantato con orgoglio Stellantis, di cui è ora responsabile della gestione operativa, oltre che presidente, e il suo ruolo nel mercato italiano. E anticipa: «Il nuovo ceo sarà annunciato entro la prima metà dell’anno». Ma la sua relazione ha convinto solo in parte l’uditorio: critici in particolare i parlamentari di Lega e Azione.
«Ruolo centrale» «Ci siamo preparati all’audizione di oggi con grande attenzione; perché per noi l’Italia ricopre un ruolo centrale. Di questa nostra lunga storia, la storia della Fiat che ora è diventata Stellantis, noi siamo, io personalmente lo sono, molto orgoglioso» ha affermato, ammettendo però che «I livelli produttivi del 2026 dipenderanno da mercato e dazi». «Nonostante la situazione drammatica, la mia famiglia si è assunta la responsabilità di difendere l’azienda e chi ci lavorava, investendo nuove risorse e mettendo le basi per il rilancio», ha rivendicato nell’audizione informale in Parlamento.
Sindacati preoccupati – L’intervento non ha convinto le organizzazioni sindacali. L’audizione, secondo il leader della Fiom, Michele De Palma, «conferma le nostre preoccupazioni». Che spiega: «Se davvero vuole rilanciare il suo gruppo nel nostro Paese, smetta di delegare e si assuma in prima persona la responsabilità di amministratore delegato». Sintesi simile quella della Uilm: «Nulla di nuovo, solo annunci e tempi troppo lunghi» commenta Rocco Palombella. E arrivano critiche anche da M5s, Azione e Pd. Ma la più dura è la Lega, che in una nota ha affermato: «Le parole di John Elkann sono l’ennesima, vergognosa presa in giro: il suo gruppo è cresciuto grazie ai soldi degli italiani, italiani che poi ha licenziato per investire e assumere all’estero. E con la geniale idea del ’tutto elettrico’ da loro sostenuta, stanno contribuendo a distruggere il settore dell’auto, in Italia e in Europa. Il signor Elkann dovrebbe scusarsi coi lavoratori, e restituire i miliardi incassati dal nostro Paese».
I numeri – Le cifre parlano di un crollo della produzione in Italia, che non si giustifica solo con la flessione delle immatricolazioni nel Paese. Nel 2024 il gruppo ha prodotto 283.090 autovetture in Italia, secondo i calcoli della Fim Cisl, il 45% in meno rispetto all’anno precedente: in altre parole l’attività delle fabbriche di Stellantis si è quasi dimezzata. Tra le cause indicate dagli esperti, la mancanza di modelli a basso costo e la scelta dell’ex amministratore delegato Carlos Tavares di mantenere al minimo la produzione e approfittare di ogni aumento della domanda per alzare i prezzi.
Tuttavia Elkann ha sostenuto che Stellantis stia «realizzando puntualmente» gli impegni presi. «Per l’anno in corso stiamo spendendo circa 2 miliardi di euro di investimenti e 6 miliardi di euro in acquisti da fornitori italiani. Dalla sua nascita nel gennaio 2021, Stellantis ha acquistato servizi e componenti dalla filiera italiana dell’auto per un valore di 24 miliardi di euro, che diventeranno 30 alla fine del 2025».
Ma nel difendere i motori tradizionali, ha smentito in pratica la gestione Tavares: «Stellantis crede che elettrificazione è uno strumento efficace, ma allo stesso tempo per centrare gli obiettivi climatici è necessario utilizzare tutte le motorizzazioni esistenti. Cina e Usa stanno definendo una politica per raggiungere i loro interessi nazionali. Auspichiamo che accada anche in Europa, abbiamo bisogno di un quadro chiaro» ha affermato Elkann dopo anni in cui il manager portoghese ha difeso – in contrasto con l’associazione dei costruttori – le regole di Bruxelles dicendo che l’azienda era pronta.