Il decreto Milleproroghe, approvato dal Consiglio dei ministri di lunedì, ha spostato al 2026 il rincaro delle multe stradali prima previsto per il 2025. Più che aumentare le sanzioni il problema a oggi sembra riuscire a riscuotere le multe in arretrato. Infatti, secondo un’indagine dell’Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale dell’Anci) il 28,4% delle sanzioni non viene pagato: per un totale di 19 miliardi di euro fantasmi. Le sanzioni riguardano le multe stradali ma anche le tariffe dei servizi pubblici, i canoni per le concessioni pubbliche, fino ad arrivare a Imu e Tari. Va ancora peggio nel Sud Italia dove le multe non pagate arrivano a quasi la metà.

I dati – Il mancato pagamento delle multe accresce la pressione economica sulle casse dei comuni. La Corte dei conti sulla finanza locale ha affermato che alla fine del 2022 i residui attivi, ovvero i crediti non riscossi, sono stati 19,05 miliardi. L’aumento sul 2021 è dell’1,8%. L’azione di recupero poi è sempre più complessa perché i due terzi dei crediti residui sono vetusti, ovvero sono stati notificati tanto tempo prima da diminuire le possibilità di effettivo recupero. Per questo il tasso di realizzo, ovvero la percentuale con cui si pensa di poter recuperare queste imposte, è del 16%.

I metodi di riscossione – I Comuni si possono servire di tre metodi diversi per attuare la riscossione. La più immediata è quella diretta da parte del Comune. La seconda ipotesi invece è ricorrere alla Agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader), la quale, una volta che il Comune gli affida la pratica, avvia la procedura di riscossione. Come sottolinea il Sole 24 Ore però, l’attenzione da parte dell’Ader alle partite di importo modesto è stata sempre scarsa. Una terza possibilità di riscossione è invece affidarsi al supporto esterno o dare la concessione a un privato iscritto all’apposito Albo dei gestori dell’accertamento e della riscossione dei tributi locali del Ministero delle Finanze. Il metodo di riscossione in questo caso è l’ingiunzione fiscale. È proprio qui che emerge una delle criticità. Anche se è stabilito che la riscossione al di fuori del sistema statale venga gestita secondo la disciplina dell’Ader, ci sono delle disparità sulle prerogative dell’agente e i suoi poteri. Se ad esempio l’Agenzia può pignorare un conto corrente bancario e accedere all’Anagrafe dei conti finanziari, i Comuni e i concessionari possono fare lo stesso ma senza la possibilità di accedere all’Anagrafe.

La contromisure – È dal 2019 (secondo la legge n.157 del 19 dicembre 2019) che la Fondazione Ifel si occupa di realizzare degli interventi finalizzati a migliorare le capacità di accertamento e riscossione delle entrare comunali. Non ci sono ancora dati precisi o un pacchetto di contromisure definito, ma si notano risultati migliori per l’aumento del tasso di realizzo nell’affidare all’esterno l’accertamento o nell’accelerare i tempi di invio degli avvisi di pagamento. Nel caso specifico di Milano il 45% delle multe non viene riscosso ma con le imposte va meglio(riscossione tra il 90% e il 95%). Secondo il bilancio previsionale 2025 però, la città è in miglioramento con un recupero delle multe inevase che dovrebbe arrivare a 10 milioni, contro il milione dell’anno prima. A favorire questo parziale recupero, a quanto trapela da Palazzo Marino, sarebbe la digitalizzazione. Tramite le app infatti si accelerano i tempi di notifica e i tempi di riscossione: il 75% di chi le usa paga subito. Anche nel caso di Roma si nota un miglioramento, come riporta Silvia Scozzese, vicesindaca e assessora al Bilancio del Comune di Roma. Lo scorso anno sono stati accertati 265 milioni di euro in sanzioni con un incasso di 72 milioni. Si vede dunque un aumento sui 74 milioni del 2022 e i 65 milioni del 2021. Come nel Comune di Giuseppe Sala, anche per Scozzese «i processi di infrastrutturazione digitale e semplificazione sono la strada maestra», oltre a rappresentare un risparmio sulle spese di notifica con l’eliminazione della carta.