Giorgio Squinzi oggi all'assemblea annuale di Confindustria a Roma ph. Lapresse

“Il Nord è sull’orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta”. Lo ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi nel corso della tradizionale assemblea annuale di Confindustria iniziata giovedì mattina 23 maggio all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Nel corso del suo intervento Squinzi ha anche parlato della stretta del credito da parte delle banche e il fisco punitivo che scoraggia gli investimenti e la crescita.

Giorgio Squinzi, in cravatta verde e nera, i colori del Sassuolo, la sua squadra di calcio che ha festeggiato pochi giorni fa la promozione in Serie A ha parlato, prima di tutto, del calo dei prestiti che le banche hanno erogato alle imprese: “In 18 mesi di 50 miliardi: un taglio senza precedenti nel dopoguerra”. “Quasi un terzo delle imprese – ha aggiunto il presidente di Confindustria – ha liquidità insufficiente rispetto alle esigenze operative. Dobbiamo contrastare la terza ondata di credit crunch”.

Altro tema è quello del fisco che oltre a essere “punitivo”, per Squinzi, è “opaco, complicato, e incerto nella norma”. Il tema è spuntato fuori anche dopo l’indiscrezione che vorrebbe Fiat industrial a spostare la sede legale a Londra, dove si pagano meno tasse. Proprio le tasse sono state al centro dell’intervento di Giorgio Squinzi che ha chiesto anche la riduzione del cuneo fiscale, al 53% del 2012 “eliminando il costo del lavoro dalla base imponibile Irap e tagliando di almeno 11 punti gli oneri sociali che gravano sulle imprese manifatturiere”. Nel corso della sua relazione il numero uno degli imprenditori ha parlato della “mancanza di lavoro” come “la madre di ogni male sociale” dando la disponibilità delle imprese a “supportare l’azione del governo con investimenti e occupazione”. Il mercato del lavoro è, per Squinzi: “Troppo vischioso e inefficiente. Occorre garantire flessibilità in ingresso e nell’età di pensionamento, per favorire il ricambio generazionale. Gli aggiustamenti marginali sono inutili, in qualche caso dannosi”.

Luigi Brindisi