LAVORO:ISTAT, DISOCCUPAZIONE GIOVANI A 29,2%Non si arresta la crescita della disoccupazione in Italia. Secondo i dati diffusi dall’Istat, a novembre 2013 il tasso ha raggiunto il 12,7 per cento, con uno 0,2 in più rispetto a ottobre.
I senza lavoro toccano quota 3 milioni e 254 mila, cioè 57 mila in più rispetto a ottobre e 351 mila in più su novembre 2012. Tendenzialmente, la disoccupazione cresce molto di più per gli uomini (+17,2 per cento) che per le donne (+6,1 per cento). Il calo dell’occupazione nei sei anni è stato esclusivamente maschile (1.165.000 posti in meno) mentre per le femmine si è registrato un aumento di 65.000 unità.

Cattive notizie anche sul fronte giovanile, dove il tasso ha raggiunto il 41,6 per cento, il massimo dal 1977. Sono 924 mila gli under 25 occupati a novembre 2013. L’Istat precisa che il loro numero è sceso di 12 mila unità (-1,3 per cento) rispetto al mese precedente e di 131 mila (-12,4 per cento) su base annua. Il tasso di occupazione tra i giovani è pari al 15,4 per cento.

Secondo un’indagine di Coldiretti, diffusa in occasione della presentazione dei dati Istat, sette italiani su dieci (70 per cento) si sentono minacciati dal pericolo di perdere il lavoro che rappresenta la principale preoccupazione dei cittadini nel 2014. Oltre la metà degli italiani (53 per cento) teme per il futuro di non riuscire ad avere un reddito sufficiente per mantenere la propria famiglia. Se il 42 per cento degli italiani vive infatti senza affanni, il 45 per cento riesce a pagare appena le spese senza permettersi ulteriori lussi, mentre il 10 per cento non hanno oggi reddito a sufficienza neanche per l’indispensabile a vivere. Per uscire dalla crisi e sostenere la ripresa, “la maggioranza degli italiani (54 per cento) considera la produzione di cibo il vero motore dell’economia e il 18 per cento punta sulla moda”, spiega lo studio.

Anche i consumatori esprimono preoccupazione per i dati diffusi dall’Istat, che dimostrano il fallimento delle politiche del Governo. ”Questi dati drammatici – afferma il Codacons in una notasono la triste dimostrazione che quanto fatto finora per aiutare le imprese, fin dal decreto Salva Italia, non è servito a nulla. Così come, purtroppo, non servirà a niente la riduzione del cuneo fiscale”. Secondo l’associazione, la soluzione dei problemi delle imprese ci sarà solo con la soluzione dei problemi delle famiglie costrette a ridurre al minimo i loro consumi. ”Non si può fare il gioco delle 3 carte con Imu e Tasi, non si può restituire l’Imu con la sinistra e riprendersi i soldi, attraverso la Tasi, con la mano destra”.

Silvia Morosi