curriculum vitaeBuone notizie all’orizzonte, anche se lontano. La disoccupazione nell’eurozona è destinata a scendere in modo più consistente solo dal 2019. Colpa della della ‘debolezza della ripresa’, secondo la Banca centrale europea. Da quattro mesi la percentuale è stabile all’11,5 per cento, si legge nel bollettino mensile di novembre. E si prevede una discesa lenta: 11,3 per cento nel 2015, 10,9 nel 2016 e 9,5 soltanto nel 2019.

L’Italia stacca di un punto la media europea, con un 12,5 per cento destinato ad aumentare a 12,6 nell’ultimo semestre dell’anno: queste le stime dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Punto critico rimane la disoccupazione giovanile, scesa a settembre dal 43,7 per cento al 42,9. Più di un terzo dei giovani italiani resta senza lavoro. Il dato che riguarda il nostro Paese è sei volte più alto rispetto alla media dell’area Ocse, pari al 7,2 per cento. Insieme, i 34 Paesi membri contano 44,2 milioni di disoccupati, 9,6 milioni in più rispetto a prima della crisi.

L’Italia non è l’unica nazione con dati preoccupanti in questa categoria. Secondo gli ultimi dati relativi ad agosto 2014, in Grecia la disoccupazione nella fascia tra i 15 e i 74 anni resta a quota 25,9 per cento. In calo di due punti rispetto all’estate 2013, ma pur sempre in misura doppia rispetto all’Italia.

Chiara Piotto