In Italia un giovane su tre non ha lavoro. E un italiano su due è convinto che l’unico modo per trovarlo sia ottenere una raccomandazione. È questa la convinzione emersa nel 51,9% degli intervistati dall’osservatorio Censis-Confcommercio, che ha presentato a Roma l’Outlook 2013, uno studio con cui analizza i consumi e il clima di fiducia nelle famiglie. E di fiducia, stando a questi dati, non sembra ne sia rimasta molta.
Soltanto il 22,7% degli italiani pensa che per avere un impiego bastino le capacità personali o una solida formazione (22,6%). E solo uno su 5 ritiene che conoscere un’altra lingua lo possa aiutare ad essere assunto. “La questione che ruota intorno al lavoro è uno dei motivi principali di preoccupazione delle famiglie italiane”, ha detto il direttore generale del Censis, Giuseppe Roma. “Il 12% dei nuclei familiari ha al proprio interno un componente che teme di perdere il posto di lavoro nel 2013”.
La relazione fornisce altri numeri che confermano questo trend: i pessimisti battono gli ottimisti 37,5% a 31,7%. E secondo il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, andando avanti così nel 2013 chiuderanno 250mila imprese del terziario e dell’artigianato. “È urgente avere un governo – ha incalzato Sangalli – che consenta alle imprese di tornare a essere protagoniste dell’economia e dell’occupazione. Le imprese hanno già dato tutto quello che potevano e dovevano fare e anche di più. Oggi gli imprenditori hanno perso la pazienza”. E probabilmente non solo loro.
Francesco Giambertone