Terremoto per le Borse europee dopo l’invasione russa dell’Ucraina. A Milano dopo quattro ore di contrattazioni il Ftse Mib cede il 4,55%. Unicredit e Intesa perdono rispettivamente l’8,3% e il 6,7%. Forti cali anche per Parigi (-4,5%) e per il Dax di Francoforte (-4,52%), così come per Londra (-3,2%), che pure si era dimostrata la piazza più resiliente del continente negli ultimi giorni. Gli investitori scappano dall’azionario ed è scattata la corsa ai beni rifugio: l’oro si vende a 1.964 dollari l’oncia, il prezzo più alto degli ultimi due anni, e il rendimento del Treasury americano decennale è sceso di 12,5 punti base.

Petrolio e gas alle stelle – Balzano clamorosamente i prezzi del gas europeo a causa della grande incertezza sulle forniture russe: i futures di marzo sulla piattaforma olandese Ttf sono arrivati a un rialzxo del 41% a 125 euro al megawattora, prima di ritracciare a quota 113 (+27%). Ma c’è grande tensione anche sulle materie prime. In aumento di più di cinque punti percentuali il petrolio, con i futures sul Brent che scambiano a 99 dollari al barile dopo aver toccato anche quota 100: non succedeva da settembre 2014. «Se la situazione continuerà a deteriorare, non mi sorprenderebbe vedere il Brent a 120 dollari, e a quel punto sarà necessario un intervento coordinato da parte dei produttori globali», ha detto al Financial Times Robert Rennie, analista di Westpac. In aumento anche i futures sul petrolio americano Wti, a 97,51 dollari al barile (+5,37%). Nel comparto alimentare il grano, di cui l’Ucraina è grande esportatore, è anch’esso aumentato di oltre il 5%, con possibili effetti a catena sui prezzi di pane e pasta.

Sospese le contrattazioni a Mosca – La Borsa di Mosca è stata travolta da un’ondata di vendite, bruciando più di 180 miliardi di dollari di capitalizzazione secondo i calcoli di Bloomberg. Le contrattazioni sono state sospese due volte: una immediatamente a ridosso dell’annuncio della guerra da parte del presidente Vladimir Putin, e una seconda volta per arginare la caduta degli indici. Al momento di quest’ultima sospensione, i listini cedevano oltre il 30%. Crolla anche il rublo, che tocca in mattinata il minimo storico fino a scambiare a 88,7 rubli per ogni dollaro (-7,8%) prima di ritracciare leggermente al -6,84%. La banca centrale russa ha annunciato «interventi sul mercato dei cambi per stabilizzare la situazione».

Il fronte economico ucraino – Kyrylo Shevchenko, governatore della Banca centrale ucraina, ha annunciato misure di emergenza. Tra le più importanti, compaiono la sospensione del mercato dei cambi, il divieto di trasferimento di denaro all’estero e modifiche ai prelievi giornalieri di contanti, limitati a 100mila grivnie ucraine (3.339,13 dollari). Nell’articolo pubblicato sul sito della banca, Shevchenko ha anche scritto che nella giornata odierna verrà stabilito il tasso di cambio ufficiale. Inoltre, oltre a essere sospesa l’emissione di moneta elettronica, i cittadini russi residenti in Ucraina non potranno ritirare contante ed effettuare pagamenti.

Wall Street – Si preannuncia una giornata turbolenta anche a Wall Street: cedono più del 2% i futures dell’S&P500 e del Nasdaq, in attesa delle nuove dichiarazioni del presidente Joe Biden sulle previste sanzioni verso Mosca. E non sfuggono alle turbolenze del mercato nemmeno le criptovalute, con il Bitcoin che ha perso il 9,02% nelle ultime 24 ore a quota 31.533 dollari ed Ethereum in discesa del 12,68%.

La Banca d’Italia – Secondo quanto riportato da alcune fonti di Via Nazionale, l’istituto, coadiuvato dalla Bce, «sta strettamente monitorando le implicazioni della situazione in Ucraina» e «attuerà le sanzioni decise dalla Ue e dai governi europei». Le stesse fonti, citate dall’Ansa, sottolineano che le banche europee porteranno avanti «una valutazione complessiva delle previsioni economiche alla riunione di marzo, che terrà conto anche dei recenti sviluppi geopolitici»