«Non c’è tempo da perdere». Per il presidente della Federazione moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni, serve agire subito per tassare i pacchi di valore inferiore ai 150 euro provenienti da Paesi extra Ue. Oggi, 13 novembre, i 27 ministri europei dell’economia si riuniranno nel Consiglio Economia e finanza (Ecofin) per discutere l’aaplicazione di tariffe doganali anche ai pacchi più piccoli e di scarso valore, come quelli provenienti dalle industrie dell’ultra fast fashion, Shein e Temu su tutte. In caso di approvazione da parte dei ministri, il dossier passerebbe a Consiglio, Parlamento e Commissione. L’eliminazione effettiva scatterebbe poi non appena sarà operativo l’Eu Customs Data Hub, la nuova piattaforma informatica comune destinata a gestire in tempo reale i flussi di importazione. L’hub, ancora in negoziazione, dovrebbe entrare in funzione nel 2028, ma alcuni Paesi – a partire dalla Francia – spingono per anticipare i tempi.
La proposta dell’Italia – Anche Roma si sta muovendo. La proposta è di inserire nella manovra di bilancio 2026 un contributo per ogni spedizione proveniente dai paesi fuori dall’Unione e sotto i 150 euro. La proposta potrà essere inclusa nella manovra solo in caso passasse in Commissione europea. Dal canto suo, Federazione moda Italia-Confcommercio spinge per un «pacchetto di norme ad hoc per il contrasto del fenomeno dell’ultra fast fashion e per la tutela dei negozi di moda e dell’intera filiera del Made in Italy».
I pregressi – Non è la prima volta che l’Italia prova a introdurre delle misure mirate contro il commercio ultra economico. Il Governo aveva provato a inserirle in chiave anti fast-fashion nel ddl concorrenza per contrastare i colossi cinesi come Shein e Temu, idea sfumata per motivi di calendario. A febbraio 2025, la Commissione europea aveva già richiesto l’abolizione dell’esenzione, citando i rischi dovuti all’importazione di possibili prodotti pericolosi e l’inquinamento ambientale causato dal traffico intensivo di pacchi.
Negli altri paesi – La Francia ipotizza di introdurre nella manovra finanziaria una tassa fissa di 2 euro sui pacchetti extra-Ue di piccolo importo. Il tributo verrebbe qualificato come imposta interna sui consumi e non come dazio doganale, di competenza esclusiva dell’Europa. Si tratterebbe della prima misura di questo genere nell’Unione europea.




