L’uomo del Duemila ama la tecnologia, ma preferisce investire su farina, formaggio e pomodoro. Almeno a giudicare dalla crescita esponenziale a Wall Street dei titoli della catena americana Domino’s Pizza, nata nel 1960 ad Ann Arbor, in Michigan, e sbarcata in Italia nel 2016. Negli ultimi anni, infatti, la società di fast food è stata classificata come la società economicamente più performante, con una crescita azionaria che ha superato i big della new economy Apple, Amazon, Facebook e addirittura Google.

Dominos_pizza_logo.svgSolo nel 2014 la società, che vende oggi in 80 paesi nel mondo, ha fatturato complessivamente 8,9 miliardi di dollari (4,1 solo negli Stati Uniti e 4,8 nel resto del mondo) e dall’inizio del 2010 il suo titolo a Wall Street è cresciuto del 2.092%. Niente male per una pizza ideata da un popolo che considera normale mettere l’ananas al posto del basilico.

Ma le ragioni della sua fortuna non si trovano soltanto nella qualità dell’impasto. Pur essendo un baluardo della old economy, Domino’s è impegnata in una continua attività di sperimentazione di nuove tecnologie, rendendosi sempre più allettante per i potenziali investitori graziea metodi rivoluzioneri di confezione e consegna. Come dubitare, infatti, di un produttore di pizza che in Nuova Zelanda ha iniziato a usare un drone per la consegna a domicilio portando il prodotto in casa direttamente dal cielo?

La corsa economica e tecnologica della Domino’s americana sembra infatti inarrestabile. Una vera e propria catena di fast food votata all’e-commerce, con una costante spinta all’automatizzazione della pizza, culminata nella sperimentazione di robot fattorini (chiamati Dru: Domino’s Robotic Unit) e pizzaioli.