La manovra? E’ stata «un miracolo», ha detto domenica sera il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri alla trasmissione Mezz’ora in più, su Rai 3. Un miracolo che però potrebbe non bastare, perché i tempi sono stretti e l’accordo è arrivato in ritardo (anche perché il governo stesso si è insediato tardi). Per legge la manovra dovrebbe arrivare in Parlamento il 20 ottobre, dopo essere stata approvata dal Consiglio dei ministri. È un’abitudine che si sforino i tempi, ma questa volta servirà un iter molto abbreviato. La manovra era stata presentata in Senato il 2 novembre e si è poi incagliata in lunghe discussioni tra maggioranza e opposizioni. Per ragioni di tempo, non potrà essere modificata dalla Camera, saltando anche la successiva terza lettura in Senato. Cosa c’è, quindi, in questo testo «miracolato»? Cosa si è perso nel braccio di ferro tra le parti? Ecco una lista delle novità, con l’avvertenza che sono tutt’altro che escluse ulteriori modifiche.

No all’Iva – Il valore totale della Manovra è di 32 miliardi. Di questi, 23 saranno versati per evitare l’aumento dell’Iva a gennaio. «Senza toccare scuola, università e ricerca», ha puntualizzato fieramente Gualtieri, «anzi, con una significativa riduzione delle tasse sul lavoro». È l’esborso più importante previsto nel testo.

Cuneo fiscale – La seconda voce di spesa maggiore riguarda la riduzione del cuneo fiscale: 3 miliardi di euro per avere «meno tasse sugli stipendi della maggioranza delle persone», ha detto ancora il ministro dell’Economia. La misura però partirà a luglio 2020.

Microtasse – Si è discusso a lungo su plastic tax e sugar tax, le cosiddette microtasse, che alla fine saranno rinviate di tre mesi. A luglio 2020 partirà la tassa sulla plastica, 50 centesimi al chilo (già dimezzata dalla prima proposta). A ottobre dello stesso anno invece via alla sugar tax, che in media dovrebbe portare un aumento della pressione fiscale del 28% su alcune bevande. Questo slittamento però «non salverà i 5 mila posti di lavoro a rischio», ha detto al Sole 24 Ore Assobibe, che la considera una tassa su chi crea posti di lavoro.

Tassa sulla fortuna – Questo slittamento delle microtasse porterà nelle casse dello stato un gettito minore di 400 milioni, che sarà compensato da un aumento delle tasse su giochi e lotterie, già ribattezzate «tassa sulla fortuna». Chi vince più di 200 euro sarà tassato al 20% sulla cifra ottenuta, mentre per le vincite dai 25 euro in su si passerà a una tassazione del 15%.

Robin tax ­– Anche l’aliquota della Robin tax è stata modificata nell’ultima versione del testo. L’aumento sul pagamento dell’Ires (imposta sul reddito delle società) per i concessionari pubblici è stata limitata solo a 4 generi di concessioni: autostradali, aeroportuali, portuali e ferroviarie. Per loro l’Ires salirà dal 3 al 3,5%. Esclusi quindi i concessionari per la produzione e distribuzione dell’energia elettrica, acqua, radio, Tv e telecomunicazioni.

Evasori dell’Imu – Proclami e smentite nel fine settimana dell’Immacolata sull’introduzione in manovra di misure contro l’evasione dell’Imu. In particolare ci si riferisce alle famiglie in cui uno dei coniugi modifica l’abitazione di residenza per farla risultare come «abitazione principale» e quindi evitare di pagare l’Imu su entrambe le case di proprietà dello stesso nucleo famigliare. Gualtieri ha smentito che il governo sia d’accordo, per «evitare di colpire famiglie che ad esempio legittimamente lavorano in due posti diversi».

Piano verde e altro – In manovra anche un piano di investimenti pluriennali per l’economia verda da 59 miliardi e 355 milioni per aumentare gli stipendi dei vigili del fuoco.

Non è la prima volta che la Manovra è così in ritardo sui tempi prestabiliti per l’approvazione: era già successo nel 2010, 2011 e 2016, ma sempre come risultato di crisi politiche o economiche.