Dopo il “bonus sanitari” arriva il “bonus santuari”: 10 milioni di euro destinati a tutti i soggetti «che esercitano attività d’impresa di vendita di beni o servizi al pubblico nei Comuni che ospitano reliquie e percorsi religiosi». Un aiuto a fondo perduto, inserito all’ultimo momento al punto 8 legge di bilancio 2021, che si somma al decreto Ristori e di cui ancora nessun partito si assume la paternità. Un sostegno unico nel suo genere in tutto il mondo che si può sommare al contributo per le attività economiche e commerciali dei centri storici colpiti dalla crisi.

Soldi sì, ma manca l’elenco dei beneficiari – I soldi ci sono, ma a chi devono andare? Manca un dettaglio non irrilevante: l’elenco ufficiale dei Comuni potenzialmente beneficiari. Secondo una prima generica ricognizione sono migliaia, almeno in linea teorica, le città che possono vantare processioni, Santi patroni, reliquie e santuari sul proprio territorio da poter utilizzare come prova del proprio diritto ad ottenere i fondi. Inoltre, non è stato ancora avanzato il decreto attuativo, la misura che specifica il vademecum da seguire per poter richiedere e ottenere le risorse stanziate. L’ipotesi più probabile, come già è accaduto con altre misure, è quella di procedere all’invio delle domande solo online, attraverso un servizio web disponibile nell’area riservata del portale Fatture e Corrispettivi sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Una volta stabiliti il “chi” e il “come”, bisognerà poi capire la modalità con cui dividere l’esiguo stanziamento e fissare il metodo di pagamento.

I requisiti – Per poter godere del bonus reliquia, i Comuni devono necessariamente avere un indotto turistico pari ad almeno tre volte il numero dei residenti. Inoltre, potrà essere elargito solo a quelle attività che a giugno 2020 hanno registrato un fatturato inferiore ai due terzi rispetto a quello dell’anno precedente.

Pochi fondi, si rischia lo spreco –  L’importo del sostegno però rischia di non fare la differenza tra quei commercianti che vivono di turismo religioso. Dieci milioni sembrano pochi  se paragonati ai 20 stanziati per sostituire sanitari e rubinetti. Il bonus reliquie è sì un intervento a favore delle attività commerciali, ma fa parte di quelle misure che rischiano di risollevare i consumi.