Quattro miliardi. La settimana decisiva per la manovra economica si apre con una cifra precisa: è questo il divario tra le richieste di aggiustamento di Bruxelles e la volontà politica del governo italiano che non vuole fare una retromarcia completa sul Documento di Economia e Finanza (DEF) presentato in autunno. La Commissione, per evitare l’apertura della procedura d’infrazione, chiede un taglio da 7-8 miliardi per far scendere il rapporto deficit/Pil dal 2,4 al 2% mentre il governo italiano non sarebbe disposto ad andare oltre 3-4 miliardi. L’accordo è ancora lontano ma nelle ultime settimane i rapporti tra Roma e Bruxelles si sono fatti meno tesi e la trattativa è stata aperta e continua. Ultimatum: il 19 dicembre, data entro la quale il governo dovrà riscrivere le misure su “quota 100” e “reddito di cittadinanza” per evitare l’apertura della procedura d’infrazione contro l’Italia.

Le misure – Per abbassare il deficit del 2019, il governo dovrà presentare una nuova versione dei due cavalli di battaglia di Lega e Movimento 5 Stelle: la riforma della legge Fornero sulle pensioni e il “reddito di cittadinanza”. Per quanto riguarda la prima, il governo sta pensando di tagliare 2 miliardi rispetto ai 7 già stanziati in legge di Bilancio evitando il carattere “strutturale” della misura: in sostanza, l’uscita pensionistica riguarderebbe solo le finestre previdenziali del 2019 e non anche per quelle del prossimo triennio su cui si tornerà a discutere tra un anno. Sul reddito di cittadinanza, invece, il governo sta pensando di ritardare i primi assegni ad aprile/maggio, risparmiando così circa 1,5 miliardi rispetto ai 9 già messi a bilancio. Secondo Il Corriere della Sera altre risorse potrebbero arrivare da ulteriori misure di spending review dei ministeri ma anche così resterebbe un divario dello 0,2%, pari a 3-4 miliardi. In attesa dell’accordo tra Roma e Bruxelles, per il 10 dicembre e previsto l’arrivo della legge di Bilancio al Senato: dopo l’approvazione della settimana scorsa a Montecitorio, la maggioranza dovrebbe presentare un emendamento sulle cosiddette “pensioni d’oro”. Il M5S vorrebbe tagliarle tra il 25 e il 40% mentre ieri a In Mezz’Ora Matteo Salvini ha parlato solo di «bloccare l’adeguamento alle pensioni extra-ricche almeno dai 5mila euro in su». Un altro nodo politico che dovrà essere sciolto nelle prossime ore.

Le imprese – Domenica 9 dicembre il vicepremier e ministro dell’Interno Salvini ha ricevuto al Viminale il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e altre 14 sigle imprenditoriali. Sul tavolo della trattativa non solo il dossier Tav su cui si è aperto da tempo uno scontro interno tra Lega e M5S, ma anche la manovra economica: «Abbiamo espresso la nostra preoccupazione al ministro Salvini e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti sul rallentamento dell’economia globale – ha detto Boccia subito dopo l’incontro – se la crescita non dovesse esserci si dovrebbe correggere la manovra in corso, dunque sarebbe opportuno pensarci prima». «Siamo disponibili a limare tutto ciò che è possibile – ha risposto Salvini –, ma non si può pensare che con gli “zerovirgola” si torni alla preistoria». I rappresentanti delle imprese hanno anche messo in guardia Salvini sul “reddito di cittadinanza” che rischia di diventare una misura «assistenziale» e le cui risorse sarebbero potute servire per finanziare il taglio delle tasse e della burocrazia. A fine mattinata, il vicepremier ha definito l’incontro «concreto» e «produttivo» per il rilancio dell’economia e del Paese. Martedì gli imprenditori saranno accolti dall’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che aprirà il tavolo sulle piccole e medie imprese (Pmi) al ministero del Lavoro.

Gli incontri – In vista della scadenza del 19 dicembre, sarà una settimana di incontri e trattative. Alle 12 del 10 dicembre è iniziato il vertice a Palazzo Chigi tra il premier Conte e i sindacati mentre nel tardo pomeriggio si terrà una nuova riunione tra il Presidente del Consiglio, i due vice Salvini e Di Maio e il ministro dell’Economia Giovanni Tria per trovare un accordo finale sulla manovra che la renda meno sgradita a Bruxelles. Ma l’incontro decisivo dovrebbe tenersi mercoledì: secondo la Reuters, che cita fonti governative, Conte dovrebbe volare a Bruxelles per vedere il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. L’obiettivo del governo, infatti, è inviare la bozza della nuova manovra entro il 13 dicembre quando si aprirà il Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Ue.