Manovra finanziaria dell’Italia più vicina ai desideri europei ma per Bruxelles potrebbe non bastare per evitare la proceduta di infrazione. Roma «dovrebbe compiere ulteriori sforzi per il Bilancio 2019», ha commentato il commissario Ue Pierre Moscovici dopo l’annuncio da parte del governo italiano di un deficit ridotto dal 2,4% al 2,04% per il prossimo anno in seguito all’incontro tra il presidente del Consiglio Antonio Conte e il presidente della Commissione Jean Claude Juncker. «È un passo nella giusta direzione, ma ancora non ci siamo, ci sono ancora dei passi da fare, forse da entrambe le parti», ha aggiunto Moscovici, gelando l’entusiasmo del governo gialloverde convinto di essere a un passo dall’accordo con l’Ue sulla manovra. Reazione positiva, per il momento, dei mercati finanziari: lo spread nella mattinata del 13 dicembre era sceso a 266 punti, ai minimi da settembre.

Trattative
— Il 12 dicembre sera Conte, dopo la proposta di riduzione del deficit alla Commissione europea, è rientrato a Roma per cenare con Salvini e Di Maio, e discutere sulla riqualificazione delle due principali voci di spesa della manovra: reddito di cittadinanza e quota 100 per andare in pensione. La retromarcia, come sottolineato dal premier dopo l’incontro con il Presidente della Commissione europea Junker, non comporterà una partenza ritardata delle due misure bandiera, nonostante un taglio complessivo di 6,48 miliardi. Pieno appoggio dai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini: «Continuiamo a sostenere con convinzione la nostra proposta. Piena fiducia nel lavoro di Conte, teniamo fede a ciò che avevamo promesso ai cittadini, mantenendo reddito di cittadinanza e quota 100 invariati.». Intanto, dopo il voto di fiducia alla Camera, la manovra si sposta al Senato, dove il disegno di legge è all’esame della quinta commissione che dovrebbe riferire martedì 18 dicembre. Entro oggi alle 14 il termine per la presentazione degli emendamenti sui vari nodi ancora da sciogliere entro fine anno.

Questione francese – Il commissario europeo agli Affari economici, Moscovici, se da una parte ha mostrato insoddisfazione per la proposta italiana di ieri, dall’altra ha dato il via libera alla manovra finanziaria francese. La Francia del Presidente Emmanuel Macron può sforare il tetto del 3% per finanziare le misure volte a raffreddare le proteste dei gilet gialli, ma la violazione dei vincoli europei di bilancio per il 2019 deve essere «più limitata possibile» e «temporanea». Dopo le polemiche sollevate dal vicepremier Salvini, Moscovici aveva spiegato i motivi per cui «il deficit francese è tollerabile», diversamente da quello italiano. «Non possiamo scendere a compromessi con le regole», ha detto Moscovici, ribadendo che non esiste un «trattamento privilegiato» per la Francia. «Queste regole, possiamo applicarle in modo intelligente, flessibile e sottile, ma non possiamo derogare da esse», ha aggiunto il Commissario. La pressione e le polemiche per la flessibilità di bilancio concessa alla Francia potrebbero agevolare le trattative ancora in corso tra il governo Conte e la Commissione. Il ministro dell’economia Giovanni Tria è Bruxelles per proseguire il negoziato sulla manovra con la Ue .«Confidiamo di chiudere entro Natale», dice il presidente del Consiglio, facendo intendere che sarà difficile trovare in tempi brevi un accordo definitivo con l’Unione.