L’Effetto Trump preoccupa l’economia statunitense (e non solo). La Federal Reserve ha tagliato le stime di crescita e alzato le previsioni di inflazione. «L’incertezza sulle prospettive economiche è aumentata» ha spiegato la banca centrale statunitense. L’obiettivo ora è raggiungere il massimo tasso di occupazione e limitare l’inflazione al 2 percento nel lungo periodo, e per farlo ha deciso di mantenere l’intervallo target per il tasso sui fondi federali al 4,25%-4,50%. Una misura su cui ha pesato l’incertezza economica causata della politica dei dazi annunciata e messa in pratica dall’amministrazione Trump. E che non ha lasciato indifferente il presidente, che ha esortato la Fed a tagliare i tassi di interesse per aiutare a compensare gli effetti dei suoi dazi.

Come spiegato dallo stesso comitato di politica monetaria statunitense, nel considerare l’entità e la tempistica di ulteriori aggiustamenti all’intervallo target per il tasso sui fondi federali considererà i dati in arrivo, le prospettive in evoluzione e l’equilibrio dei rischi. La Fed valuterà insomma volta per volta l’effetto netto di tariffe, politica di bilancio, regolamentazione e politiche sull’immigrazione dell’amministrazione Trump, ma «le indagini economiche indicano che i dazi stanno facendo salire le aspettative d’inflazione» ha commentato in conferenza stampa il presidente Jerome Powell.

Il comitato mira a ridurre le partecipazioni in titoli del Tesoro, debito delle agenzie e titoli garantiti da ipoteca delle agenzie. Intanto però rallenta, rispetto alle indicazioni di dicembre, la crescita economica: passa all’1,7% dal 2,1% per il 2025, all’1,8% per il 2026 (2%) e per il 2027 (1,9%) e aumenta l’ampiezza del range delle previsioni, segno proprio di una maggiore incertezza. «Guardando al futuro la nuova amministrazione è in procinto di attuare importanti cambiamenti politici in quattro ambiti distinti: commercio, immigrazione, politica fiscale e regolamentazione. Sarà l’effetto netto di questi cambiamenti a contare per l’economia e per l’orientamento della politica monetaria», ha spiegato Powell.

Intanto le misure economico-commerciali di Donald Trump preoccupano anche l’Europa. La presidente della Bce Christine Lagarde nel suo intervento alla Commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo ha dichiarato: «L’analisi della Bce suggerisce che una tariffa statunitense del 25% sulle importazioni dall’Europa ridurrebbe la crescita dell’area dell’euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno. Una risposta europea sotto forma di aumento delle tariffe sulle importazioni statunitensi aumenterebbe ulteriormente questa percentuale a circa mezzo punto percentuale». I primi dazi sono in realtà già stati annunciati, per un totale di 26 miliardi di euro.