La moda italiana veste rosso e fa pendant coi bilanci dell’economia del nostro Paese. Dal report Istat pubblicato il 10 dicembre e riferito al mese di ottobre, emerge una flessione complessiva dell’indice di produzione industriale del 3,6%. Nelle statistiche, le industrie tessili, di abbigliamento, pelli e accessori sono date in ribasso del 7,6% rispetto allo stesso periodo nel 2023. È il quarto settore più in calo in assoluto, nonostante il miglioramento dalla stessa indagine condotta sul mese di luglio (-18,3%).
L’abbigliamento arranca – La Camera nazionale della moda (Cnmi) stima ricavi del settore per 96 miliardi di euro nel 2024 nei suoi Fashion economic trends. Una decrescita del 5,3% rispetto al 2023 (101,3 miliardi) a fronte di un calo previsto inizialmente del 3,5%. Stringendo il focus sui settori che hanno maggior peso in termini di ricavi, abbigliamento e accessori hanno vissuto un calo dell’8% nel terzo trimestre dell’anno. In rialzo invece i settori collegati di occhialeria e gioielleria, con un +3,8%. In controtendenza i dati sull’export, in crescita del 2%, ma comunque al ribasso rispetto alle stime di un +5,5%. Anche sulle esportazioni, sono gioielli, occhiali e beauty i prodotti più richiesti, per i quali tra gennaio e agosto è stata registrata una crescita del 20,6%.
L’appello – In questo clima, il 17 gennaio inizierà a Milano la settimana della moda maschile. Alla conferenza stampa di presentazione dell’evento, il presidente della Cnmi Carlo Capasa si è espresso in merito alla situazione dell’industria nel Paese. Per Capasa, la crisi è da giustificare in parte con la situazione geopolitica globale, che causa «l’assenza di alcune nazionalità di turisti, come i cinesi, che hanno sempre comprato». L’appello del presidente è poi al governo: «Abbiamo chiesto 80 milioni di euro per la cassa integrazione ordinaria e altre misure per un totale di 195 milioni», dice, «una goccia nel mare rispetto a un giro d’affari da 96 miliardi». In merito, l’11 dicembre è stata approvata l’estensione fino al termine di gennaio 2025 della cassa integrazione per il settore della moda.