«Ferrari è diventata il bancomat di Fiat». Usa l’ironia Luca Cordero di Montezemolo per commentare le ultime manovre finanziarie di Maranello. L’ex presidente del cavallino rampante, non si sbilancia sull’operazione da 2 miliardi e mezzo avviata da Ferrari per finanziare un dividendo straordinario da girare al suo principale azionista, Fiat Chrysler Automobile.
Già molti analisti avevano indicato come la quotazione di Ferrari alla borsa di New York avesse come obiettivo la riduzione del debito di Fca, società madre del cavallino rampante. La multinazionale dell’automobile guidata da Sergio Marchionne ha incassato quasi un miliardo dalla quotazione di Ferrari, oltre a scaricare sull’azienda di Maranello una fetta del suo debito grazie alle operazioni appena descritte. Velate critiche non solo alla gestione finanziaria ma anche alle prestazioni sportive. Era infatti evidente il tono ironico nelle parole di Montezemolo quando si è detto «orgoglioso e contento» della stagione sportiva del cavallino rampante.
Montezemolo, in qualità di attuale vicepresidente di Unicredit ha poi difeso Federico Ghizzoni, amministratore delegato del gruppo, al centro delle polemiche seguite al caso Palenzona. «É saldissimo, non saldo», ha detto. Dichiarazioni anche su Alitalia, di cui Montezemolo è presidente. «Non abbiamo nessuna fretta in questo senso. La macchina è in moto». La compagnia di bandiera italiana è rimasta senza ad il 18 settembre, dopo le dimissioni di Silvano Cassano.
Dagli aerei ai treni. Per quanto riguarda Italo, della cui società Montezemolo è anche fondatore e azionista di riferimento indica i suoi paletti rispetto all’annunciata privatizzazione di Ferrovie dello Stato: «È fondamentale la separazione della rete. Rete e rotaie devono rimanere pubbliche mentre i servizi devono andare in Borsa e diventare privati. Serve però una separazione finanziaria e contabile che oggi non c’è».
Antonio Lusardi