Alessandro Profumo, 56 anni, nato a Genova. Dal 2012 è il CEO di Mps

Alessandro Profumo, 56 anni, nato a Genova. Dal 2012 è il CEO di Mps

Tre miliardi di euro, senza l’appoggio della Fondazione Mps. Il piano del presidente di Banca Monte dei Paschi, Alessandro Profumo, può decollare. Mercoledì 27 novembre è arrivato il via libera della Commissione Europea, la quale “ritiene che il piano di ristrutturazione di Mps garantisca la redditività a lungo termine della banca, preveda un contributo adeguato da parte di Mps ai costi della ristrutturazione e riduca le distorsioni della concorrenza derivanti dall’aiuto”.

La manovra, che verrà presentata all’assemblea straordinaria dei soci prevista il 27 dicembre, prevede un aumento di capitale da tre miliardi da cui è esclusa la Fondazione Mps, azionista di maggioranza relativa con il 33% delle azioni. La distanza tra la banca guidata da Profumo e l’ad Fabrizio Viola e la Fondazione è presto spiegata: l’ente avrebbe preferito tempi più lunghi per poter vendere buona parte della propria partecipazione, i cui proventi avrebbero contribuito a ripagare il suo debito prima che l’aumento approvato da Bruxelles diluisse l’attivo della Fondazione. Che ora, infatti, dovrà decidere se partecipare o meno all’assemblea di dicembre e se votare in favore o contro l’aumento di capitale.

“L’aumento di capitale era l’unica via per evitare la nazionalizzazione”, ha detto in un’intervista al quotidiano Repubblica il presidente Alessandro Profumo, che sulle tempistiche dell’operazione aggiunge: “il termine del 31 dicembre 2014 è imposto dalla Ue. Sappiamo che la Fondazione ha una serie di problematiche rilevanti (…), crediamo però che la nazionalizzazione sarebbe peggio per la banca, la città e la Fondazione stessa”.

Grida al colpo di stato il sindaco PD di Siena, Bruno Valentini, che martedì 26 aveva posto una condizione all’aumento: “solo se la Fondazione, anche grazie alla banca, avrà trovato in quella data (il 27 dicembre) le risposte ai propri problemi”, riferendosi ai 350 milioni di debito che l’ente di Palazzo Sansedoni ha con le banche creditrici.

E da parte della stampa internazionale sono invece arrivate critiche positive: Wall Street Journal e Financial Times hanno approvato l’operazione, ritenuta positiva sia per il miglioramento della governance che per l’attrattività nei confronti degli investitori starnieri. Più timida la reazione della borsa, che fino alle 13:30 di mercoledì faceva registrare una crescita dello 0,6% per il titolo Mps. Una performance non esaltante, in attesa, forse, di segnali di distensione.

Carlo Marsilli