Sono arrivate le richieste di condanna per gli ex dirigenti di Monte dei Paschi di Siena imputati nel processo sulle operazioni che hanno permesso all’istituto di acquistare nel 2008 banca Antonveneta e, successivamente, di occultare un buco nei bilanci di circa 400 milioni di euro. Giovedì 16 maggio il pubblico ministero Giordano Baggio, affiancato ai colleghi Mauro Clerici e Stefano Civardi, ha chiesto ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano 8 anni di reclusione e 4 milioni di multa per l’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari e per l’ex direttore generale della banca Antonio Vigni, e di 6 anni di carcere più 1.5 milioni di multa per Gianluca Baldassari, ex responsabile dell’area finanza. Oltre al Monte, coinvolte anche Deutsche Bank e della giapponese Nomura banche per le quali sono arrivate richieste di confische milionarie.

Antonveneta e “Fresh 2008” – Quattro le operazioni finanziarie che hanno dato origine all’inchiesta e al successivo processo: “Fresh”, “Alexandria”, “Santorini” e “Chianti Classico”. Quella che ha avuto più ripercussioni sui conti di Mps è il “Fresh”, complicato strumento finanziario grazie al quale l’istituto senese ha ottenuto un miliardo di euro dalla banca d’affari JP Morgan per procedere all’acquisto di Antonveneta dal banco Santander nel 2008 per 10 miliardi. Una cifra necessaria per far salire il capitale di base a un livello tale da poter procedere con l’acquisizione che l’avrebbe fatto diventare il terzo gruppo bancario d’Italia. Ma quel miliardo non avrebbe potuto essere inserito in bilancio come un aumento di capitale nonostante il via libera alla seconda verifica effettuata di Bankitalia.

“Santorini” e “Alexandria” – Ma i vivaci movimenti sul mercato finanziario di Mps risalgono a ben prima, ovvero alle operazioni “Santorini” e “Alexandria”, rispettivamente del 2002 e del 2005. Si tratta di prodotti finanziari derivati, garantiti all’epoca di una tripla A di rating, che però scoppieranno tra le mani del Monte nel 2008. La grande crisi finanziaria e il crac di Lehman Brothers innescarono una reazione a catena. Il valore di “Alexandria” e “Santorini” colò a picco e si aprì una voragine nei bilanci di Mps. Un buco che, secondo le indagini che hanno ricostruito i fatti, l’istituto riuscì a mascherare grazie all’intervento di Nomura e di Deutsche Bank, operazioni «costruite ad hoc per modificare i bilanci» del Monte per il pm Baggio, studiate «per non far emergere mai le perdite ma le spalmavano nel tempo». Manovre rimaste nascoste fino alla fine del 2012, quando Alessandro Profumo diventa presidente e Fabrizio Viola amministratore delegato della banca, «e non prima di allora e soltanto perché vi è stata una discontinuità gestionale (…) imposta dalla Banca d’Italia, a seguito della crisi di liquidità che aveva colpito l’istituto senese, che era tecnicamente in default»

Le altre richieste – Le accuse, a vario titolo, sono manipolazione del mercato, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza, reato che in parte è andato prescritto con la conseguente proposta di assoluzione relativa a tre capi di imputazione per Mussari e Vigni. Stessa cosa per Daniele Pirondini, ex direttore finanziario di Mps, per il quale però i pm hanno chiesto 6 anni di reclusione e a 1 milione e mezzo di multa. Nei confronti di Marco Di Santo, all’epoca dei fatti responsabile Asset Liabilities Management e Capital Management all’interno dell’area Tesoreria e Capital management di Rocca Salimbeni, la richiesta è di 2 anni e mezzo di reclusione e 800 mila euro di multa.

Deutsche Bank e Nomura – Sul fronte Deutsche Bank per gli ex managing director Ivor Scott Dunbar e Matteo Angelo Vaghi è stato proposta l’assoluzione con la formula “per non aver commesso il fatto”. Per gli ex manager Michele Faissola, Michele Foresti e Dario Schiraldi è stata invece richiesta una pena di 5 anni e 8 mesi e 1 milione e 400 mila euro di multa e 2 anni e mezzo di carcere e 800 mila euro di multa per Marco Veroni, ex direttore-account manager di Db Ag London Branch, filiale che, in qualità di ente, per il pm va assolta. Riguardo agli ex dirigenti di Nomura, Sadeq Sayeed e Raffaele Ricci, la richiesta è stata di 6 anni e 1 milione e mezzo di multa. Richieste anche confische per 444,8 milioni nei confronti di Nomura e di 440,9 milioni verso Deutsche Bank AG, istituti di credito imputati in qualità di enti. Il pm Giordano Baggio ha chiesto al tribunale anche la condanna a 1,8 milioni di multa per ciascuna delle due banche. Il prossimo passaggio del processo è in programma il 23 maggio quando verranno sentite in aula le parti civili, comprese le associazioni Confconsumatori, Codacons, Unione nazionale consumatori e Adusbef, rappresentanti dei tanti, piccoli azionisti colpiti dalle condotte scorrette di Mps.