La famiglia Simpson dovrà stringersi sul celebre divano per far sedere anche Topolino. Il 20 marzo è stato infatti chiuso l’accordo da 71 miliardi di dollari (oltre 62 miliardi di euro) tra Disney e l’emittente americana 21st Century Fox, che sancisce la nascita di un colosso dell’intrattenimento che spaventa i rivali come Netflix. Disney controllerà il 40 per cento dell’industria cinematografica e lancia un guanto di sfida a tutta Hollywood .

L’accordo – «Dannazione delle dannazioni! Non esiste impresa in cui non abbia lo zampino! Io non sono un uomo! Sono una piovra che stende i tentacoli ovunque!». La frase del celebre personaggio Paperon de’ Paperoni, noto per il suo fiuto per gli affari, sembra scritta per Robert A. Iger, Ceo della Disney che, nel luglio del 2018, ha controllato il fatturato dell’azienda (stimato per il 2017 di 59.43 miliardi di dollari) e ha annunciato l’acquisizione di Fox. Un affare da 71 miliardi di dollari concluso con un altro grande personaggio del mondo dei media, Ruperth Murdoch, fondatore di Fox e detentore di un patrimonio da 19.3 miliardi di dollari. La casa di produzione Fox comprende al suo interno, oltre ai canali FX, anche National Geographic, l’emittente indiana Star India e produce contenuti  per il canale di streaming Hulu. Con l’accordo, Disney ha raddoppiato le proprie quote di partecipazione in Hulu: ne controllerà il 60 per cento come maggiore azionista. L’unione con un altro “big” marchio della televisione americana, dopo Pixar, Marvel e Lucasfilm, permetterà a  Disney di acquisire anche diversi studi cinematografici (Twentieth Century Fox, Fox Searchlight Pictures, Fox 2000 Pictures, Fox Family, Fox Animation) e studi di produzione televisiva (Twentieth Century Fox Television, FX Productions, Fox21).

Il cambio di passo – «Questo ci permetterà di accelerare di tanto la nostra strategia diretta al consumatore, che è anche la nostra priorità», ha detto Iger parlando dell’accordo, determinato dalla necessità di invertire il trend negativo registrato dai canali televisivi come ESPN (di proprietà di Disney), che negli anni hanno mostrato un lento ma costante declino. Il bisogno di velocizzare la modernizzazione dell’industria cinematografica è inasprito dalla competizione delle industrie dello streaming, come Netflix e Amazon. Secondo quanto detto da Iger in un’intervista al New York Times, il lancio del canale streaming Disney+ sarà favorito dall’acquisizione degli asset di Fox, che arricchiranno il piano Disney.

Le difficoltà – Il matrimonio miliardario è stato possibile anche grazie a un solido contratto prematrimoniale. Con la fusione di Fox sono attesi dei licenziamenti, più di 3000 secondo gli analisti, tra cui anche molti dirigenti di Fox che verrano mandati a casa per effetto della sovrapposizione delle operazioni e il ricollocamento delle risorse. Iger ha anche dovuto promettere alle agenzie antitrust di diversi Paesi varie concessioni, tra cui la vendita di Fox Sport a Espn o l’ammissione di partecipazioni a reti A + E, tra cui il canale History Channel. Le restanti attività di Fox sono state riunite nella Fox Corporation che ha già fatto il suo debutto a Wall Street.