«L’economia italiana vive una fase di terrore e preoccupazione». Non nasconde i timori per la crisi dell’economia italiana Matteo Renzi, durante il discorso di chiusura del semestre italiano di presidenza dell’Ue. Dall’Italia, frattanto, arriva la conferma da parte di Confcommercio e Istat, che hanno diffuso le ultime stime su consumi e produzione industriale. A novembre 2014, secondo Confcommercio, è stata registrata una crescita dei consumi dello 0,2%. Un segnale, però, tutt’altro che positivo. Solo un «lieve recupero», rileva Confcommercio, non sufficiente a supportare una ripresa efficace degli acquisti e degli investimenti da parte di famiglie e imprese.
Ad aggravare il quadro arrivano anche i dati diffusi dall’Istat. Lo scorso anno, stima l’istituto di statistica, la produzione industriale è scesa dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2013. Una rilevazione che porterà a chiudere in negativo anche il 2014, allungando a tre gli anni di produzione in ribasso. E neanche il rialzo mensile dello 0,3%, fatto segnare a novembre 2014, può bastare a pensare di rivedere il giudizio complessivo sull’andamento dell’economia in Italia. «Di certo è un buon auspicio», conferma l’Istat. «Almeno mese su mese, si notano rialzi in tutti i comparti, con l’eccezione dell’energia elettrica». Certo è che questi ultimi dati condizioneranno il Prodotto interno lordo del 2014. Il cui valore, secondo le stime del Def (il Documento di economia e finanza), dovrebbe attestarsi a -0,3%. Una spirale negativa, dunque, sulla quale sembra non aver avuto alcun peso nemmeno l’annuncio di Sergio Marchionne, ad del gruppo Fiat – Chrysler, che da Detroit ha confermato 1.000 nuove assunzioni per lo stabilimento di Melfi.
Carmela Adinolfi