cantieri superbonus edilizia

Palazzo in costruzione (Foto da PxHere)

Cambia il Superbonus destinato ai lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico. A partire dal 1° gennaio 2023, le detrazioni dovrebbero passare dal 110 al 90% e diventare accessibili per fasce di reddito. L’ipotesi è stata prospettata dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti nel corso di un’audizione alla Camera. Presentando la Nota di aggiornamento al decreto di economia e finanza (Nadef), che anticipa i contenuti della manovra di Bilancio, Giorgetti ha confermato che il Superbonus rimarrà ma sarà rimodulato.

Come funzionerà il Superbonus – Le decisione sarà ufficiale dall’anno prossimo, ma sembra quasi certa. Le modifiche al Superbonus non riguardano chi ha già sostenuto dei costi per i lavori, ma chi intende avviarli a partire dal 2023. Per loro, l’assegnazione avverrà in base al reddito e con un’aliquota al 90 anziché al 110%. Nelle parole di Giorgetti, questo servirà a rendere più “selettiva” una misura attualmente rivolta a tutti, che comporterebbe uno scostamento di bilancio di 37,8 miliardi. «Non ho mai visto una norma che è costata così tanto per così pochi», ha detto il ministro dell’Economia alla Camera. Anche per questo motivo, il ministro intende incoraggiare il ricorso al Superbonus negli edifici pubblici. In secondo luogo, il vicesegretario della Lega punta a rendere più stringente il legame tra incentivi edilizi e transizione energetica. Altre risorse in questa direzione potrebbero arrivare con l’entrata in vigore del RepowerEu, il piano della Commissione europea per ridurre la dipendenza dell’Ue dai combustibili fossili russi entro il 2030. La decisione di Giorgetti arriva a poche ore da una nota con cui Poste italiane ha bloccato l’acquisto di crediti di imposta legati ai bonus edilizi.

Cosa cambia per le villette – Se nel caso dei condomini sarà mantenuto, il Superbonus introdotto nel 2020 sta per scadere per le case unifamiliari. Chi non finirà i lavori nelle villette entro il 31 dicembre 2022 dovrebbe perdere il diritto alle detrazioni. Le imprese chiedono allora per questa tipologia di immobili una proroga di tre mesi, che il governo sembra intenzionato a concedere. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha dichiarato di volere dare più tempo «ai proprietari che hanno avviato i lavori e rispettato i termini di fine settembre con il 30% dei lavori già completati». A giustificare il rinvio sarebbe la consapevolezza del fatto che l’aumento di domanda generato dal Superbonus abbia prodotto rincari significativi nel costo delle materie prime e quindi ritardi nella consegna dei materiali, con effetti diretti sul rallentamento dei cantieri. Tuttavia, il governo deve trovare le risorse per una simile modifica. L’ipotesi è che nel 2023 il Superbonus sarà confermato anche per le villette ma a due condizioni: che si tratti di una prima casa e con un vincolo di reddito. Il Corriere della sera parla di una soglia di reddito massima di 15mila euro all’anno, che può aumentare in base al quoziente familiare. Secondo le ricostruzioni del Sole 24 ore, la proroga alle villette costerebbe tra i 600 ei 700 milioni di euro. Il Consiglio dei ministri deve valutare tutte le coperture disponibili.