Pascal Lamy

Il presidente del Wto Pascal Lamy

Il commercio mondiale supera i vecchi paradigmi della bilancia commerciale. L’Ocse (l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e il Wto (l’organizzazione mondiale del commercio) hanno presentato mercoledì 16 gennaio un nuovo sistema per il calcolo del flussi commerciali tra gli Stati. Fino a oggi la bilancia commerciale di un’economia era calcolata tramite la differenza tra le esportazioni e le importazioni. Categorie ormai superate nel mercato globale.

Il nuovo database lanciato dalle due organizzazioni introduce il fattore del valore aggiunto generato. Si tratta, come spiega una nota congiunta, «di considerare non solo il saldo finale degli scambi tra Paesi, ma anche quelle importazioni intermedie di materie prime, componenti e semilavorati». In questo modo sarà più facile individuare «il significato economico sottostante gli scambi e le interrelazioni tra Paesi sviluppati ed emergenti». Il database copre al momento 57 Stati.

Nella nota vengono fornite le prime rilevazioni sull’Italia (in base ai dati del 2009). Calcolando la bilancia commerciale tramite il valore aggiunto, si scopre che il 51 per cento delle esportazioni italiane è rappresentato dal valore aggiunto sui servizi per i prodotti alimentari e i trasporti. In questo senso, gli Stati Uniti risultano il nostro primo cliente, seguiti da Germania, Francia e Regno Unito. Con il metodo tradizionale, invece, gli Usa risulterebbero al terzo posto.

Anche l’Istat fornisce i dati sulle esportazioni nazionali. Tra gennaio e novembre 2012 sono cresciute del 4,3 per cento rispetto all’anno precedente. Diminuiscono invece le importazioni, calate nello stesso periodo del 5,6 per cento. Il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha dichiarato che «l’export per l’Italia è la leva per la crescita e l’occupazione, e a fine 2012 il saldo positivo dell’export potrebbe raggiungere i 10 miliardi».

Luigi Caputo