Meno 40% in Borsa.  Un crollo verticale per Seat Pagine Gialle che sta tentando di tutto per evitare il fallimento. Il Cda ha già chiesto l’ammissione al concordato preventivo per garantire la continuità aziendale vista l’impossibilità di far fronte ai debiti con i creditori. Ma la Borsa non ha premiato il tentativo.

Il titolo adesso vale 8 millesimi di 8uro mentre il valore di tutta Seat è pari a 12,5 milioni di euro, quasi nulla. Il gruppo, in seria difficoltà, ritiene non più attuali e raggiungibili le linee guida strategiche 2011-2013 e le stime al 2015 elaborate in occasione della recente ristrutturazione. Nel 2013 la società dovrà rimborsare ai creditori 200 milioni e in presenza di “una forte contrazione della raccolta pubblicitaria”, in un contesto profondamente mutato rispetto a quello in cui è maturato il piano industriale, il nuovo Cda ha preso atto “dell’impossibilità per il gruppo Seat di far fronte, nell’arco del 2013, a tutte le scadenze previste dalla attuale struttura dell’indebitamento, con le risorse finanziarie disponibili”.

La chiusura delle Pagine Gialle sarebbe una rivoluzione, segno dello strapotere della rete. L’idea delle “pagine gialle” nasce nel 1883 negli Stati Uniti quando uno stampatore del Wyoming non aveva carta bianca per realizzare l’annuario e dovette utilizzare fogli gialli. In Italia Pagine Gialle nasce e viene distribuita per la prima volta nel 1967. Con l’avvento di Internet la società ha diversificato la sua offerta creando un numero telefonico, un sito internet e applicazioni per smartphone, oltre alla consueta edizione cartacea. Ma evidentemente la gratuità del web, i social network, stanno minando pesantemente le possibilità di sopravvivenza di Seat Pagine Gialle, che puntava tutto, fino a pochi anni fa, sull’esclusività del servizio che offriva.

Enrico Tata