Telemarketing selvaggio con pratiche scorrette e poca informazione su costi e condizioni. Secondo Assium, associazione italiana per la tutela dei consumatori, sono questi i principali motivi dietro agli aumenti in bolletta per chi è passato al mercato libero dell’energia dopo luglio 2024. Nell’ultimo rapporto di Arera, authority statale di regolazione per energia reti e ambiente, rincari fino all’80% hanno interessato più di mezzo milione di famiglie fuoriuscite per legge dal mercato tutelato, che poi hanno scelto in autonomia un fornitore privato con costi mediamente molto maggiori.

Mercato libero, tutelato e a tutele graduali – Il cosiddetto mercato tutelato è un servizio di fornitura elettrica con prezzi garantiti da Arera per famiglie e piccole imprese, che tutti prima di luglio 2024 potevano sottoscrivere. Il governo di Mario Draghi nel 2021 ha elaborato un piano graduale di uscita dal mercato tutelato, che è uno degli obiettivi da raggiungere per il Pnrr. Da luglio 2024, quando gli utenti a usufruire di questo tipo di tariffe erano quasi 4 milioni e mezzo, è diventata effettiva la prima parte del provvedimento: solo nuclei familiari vulnerabili (over 75, disabili, percettori di bonus sociale) possono rimanere nel mercato tutelato, senza che debbano fare niente. Il resto degli utenti è passato automaticamente alle «tutele graduali», servizio intermedio predisposto sempre da Arera per accompagnare il passaggio al mercato libero. Fra questi, tra luglio 2024 e gennaio 2025, 570mila famiglie hanno rescisso il contratto per sottoscrivere offerte con gestori privati fuori dalle «maglie» definite dall’autorità garante. Un passaggio che può aprire a offerte più vantaggiose, ma anche esporre gli utenti poco informati a proposte poco chiare e più costose.

La denuncia di Assium – «Quando decidono di cambiare gestore, gli utenti dell’energia continuano a compiere scelte economicamente non convenienti»,  ha detto all’Ansa Francesco Bevilaqua, presidente di Assium, «e questo avviene per due ragioni: prima di tutto il telemarketing selvaggio che, spinge una consistente fetta di consumatori a optare per offerte non vantaggiose. In secondo luogo la scarsa conoscenza degli utenti circa le offerte degli operatori energetici, le condizioni e la composizione dei costi in bolletta, elementi che generano confusione». Rispetto a una media di 540 euro annui nel servizio a tutele graduali, la stessa media nel mercato libero si aggira intorno ai 950 euro. Per limitare le chiamate di telemarketing, ad aprile del 2022 il governo aveva istituito il Registro pubblico delle opposizioni, una lista nera di numeri a cui i cittadini possono iscriversi e che gli operatori non dovrebbero più contattare. L’effettivo funzionamento di questo servizio è stato messo in dubbio varie volte.