Allargamento dei requisiti d’accesso all’Ape social, ossia all’anticipo pensionistico, per le lavoratrici con figli; impegno su interventi a favore della «sostenibilità sociale dei trattamenti pensionistici destinati ai giovani»; inserimento dei siderurgici «di prima fusione» all’interno delle categorie di lavori gravosi esentati dall’aumento dell’età pensionabile. Sono queste alcune delle novità contenute nella versione definitiva del piano del governo sulle pensioni presentato la mattina del 21 novembre a Palazzo Chigi davanti ai sindacati. Al tavolo il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, i ministri dell’Economia Pier Carlo Padoan, del Lavoro Giuliano Poletti e della Pubblica Amministrazione Marianna Madia e i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

Trattative difficili – «Siamo convinti di aver messo insieme un pacchetto di misure molto importante e sostenibile. Più sostegno il documento avrà dalle forze sindacali, più sarà forte nel trovare spazio compiuto nella legge di Bilancio». Così ha detto il premier Gentiloni durante l’incontro con Cgil, Cisl, Uil. Obiettivo: incassare il sì di tutto il fronte sindacale con la garanzia di blindare il testo in Parlamento. Ma l’intesa rimane ancora lontana. Se Annamaria Furlan della Cisl esprime un «giudizio positivo» sul pacchetto, il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ritiene le misure del governo «insufficienti», parla di «occasione persa su giovani e donne», e indice una grande mobilitazione per il 2 dicembre. «Considerando le scarse risorse a disposizione, abbiamo fatto il massimo possibile aprendo una breccia nella legge Fornero», ha dichiarato il leader della Uil Carmelo Barbagallo.

Palla al Parlamento – Il nuovo testo sulle pensioni dovrebbe adesso approdare al Parlamento sotto forma di emendamenti alla legge di Bilancio, come ha fatto intendere al termine dell’incontro di Palazzo Chigi il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il quale non ha nascosto il disappunto per il mancato accordo: «Avremmo preferito che le proposte fossero sostenute da tutte le organizzazioni sindacali; il dialogo con le parti sociali rimane comunque una priorità dell’esecutivo». Sono pari a 300 milioni di euro le risorse destinate alla riforma delle pensioni nell’ambito della manovra. La Cgil stima però che il valore del pacchetto preparato dal governo valga all’incirca 63 milioni.