L’Italia è ultima in Europa, unica con il segno meno per quanto riguarda la crescita. Lo annunciano i dati Eurostat su Prodotto interno lordo (Pil) e occupazione pubblicati nella mattinata del 14 febbraio, relativi al quarto semestre del 2018 in comparazione con quello precedente. L’Italia conferma il dato negativo del terzo trimestre, peggiorandolo di due decimali. Nel complesso, la crescita è stata bassa in tutti i Paesi dell’Unione.

Maglia nera – L’Italia registra negli ultimi tre mesi dello scorso anno un -0,2% rispetto al trimestre precedente, un calo significativo per il Pil nazionale. Il dato conferma una decrescita costante per tutta la durata del 2018, apertosi con un trimestre di lieve aumento (+0,3%), poi passato allo +0,1% nel secondo trimestre e al -0,1% nel terzo. Nella statistica su base annua, cioè rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, l’Italia è ancora una volta in fondo alla classifica: +0,1%, l’unico Paese insieme alla Germania (+0,6%) a non raggiungere neanche l’1%.

Rischio politico – Cattive notizie anche da Moody’s: l’agenzia di rating ha rivisto al ribasso la stima della crescita italiana per il 2019, che viene ipotizzata sicuramente sotto l’1%, con un valore compreso tra 0 e 0,5%. L’analista per l’Italia di Moody’s Kathrin Muehlbronner ha dichiarato che vede un alto rischio di elezioni anticipate dopo le Europee di maggio, e che da una prospettiva economica «il rischio politico è difficile da prezzare». Ha poi aggiunto che il Paese ha bisogno urgente di riforme alla pubblica amministrazione e al mercato del lavoro, e che nessuno dei provvedimenti attuali del governo riesce a incidere sulla crescita del Pil.

Dati continentali – I dati italiani, nonostante siano i soli preceduti dal segno meno, si inseriscono comunque in uno scenario di limitata crescita trimestrale in tutta l’Unione: la Germania è allo 0%, Belgio, Austria e Gran Bretagna a +0,2%, Francia al +0,3%. Gli unici Paesi a sfondare il tetto dell’1% sono Ungheria, Cipro e Lettonia (+1,1%) e Lituania (+1,6%). Non sono invece ancora disponibili i dati di Malta, che nel terzo trimestre aveva fatto registrare un convincente +3,6% rispetto al secondo. Sia l’Unione europea a 28 sia l’Eurozona (i 19 Paesi che hanno adottato l’Euro come valuta) hanno avuto una crescita dello 0,2%. Oltre ai dati comparativi col trimestre precedente, sono disponibili anche quelli annuali che parlano di un +1,2% nell’Eurozona e +1,4% nell’Ue a 28.

Occupazione in crescita – Per quanto riguarda l’occupazione, l’Eurostat registra una crescita moderata nel rapporto tra i semestri e una un po’ più marcata nella comparazione annuale, abbastanza in linea con quella del Pil: +0,3% nell’Eurozona e +0,2% nell’Unione a 28 rispetto al terzo semestre, +1,2% in entrambe le zone rispetto al 2017.