La Commissione europea rivede al ribasso le previsioni di crescita dell’Italia. Secondo Bruxelles, nel 2020 il Pil crescerà «solo leggermente» dello 0,3%, «anche a causa di un effetto negativo di trascinamento», e nel 2021 si fermerà a +0,6%. Il nostro Paese si conferma fanalino di coda nell’Ue alle spalle di Germania e la Francia, ferme all’1,1% per il 2020. Nonostante le prospettive poco rosee, l’agenzia di rating Moody’s non vede «ragioni» per tagliare «adesso» le stime di crescita del Pil dell’Italia nel 2020, attualmente fissate a +0,5%, né l’outlook sul rating. Lo specifica Kathrin Muehlbronner, senior vice president di Moody’s e analista principale per il rating italiano.

La relazione della Commissione Ue – A novembre scorso la previsione Ue era del +0,4% per il 2020 e +0,7% per il 2021. Bruxelles segnala che «i rischi al ribasso sulla prospettiva di crescita restano pronunciati». Nelle sue stime economiche d’inverno, la Commissione aggiunge che «la stabilizzazione provvisoria della produzione manifatturiera, associata all’inversione del ciclo delle scorte, assieme alla ridotta incertezza politica domestica e a condizioni favorevoli del credito, sono probabili fattori di sostegno alla domanda interna oltre il breve termine». Tuttavia, continua Bruxelles, «le indagini sulle imprese suggeriscono un lento avvio nel 2020. La fiducia nell’industria è migliorata a gennaio, ma non suggerisce ancora un rimbalzo imminente nella produzione industriale. L’attività dei servizi, anche se non immune dal debole ciclo industriale, dovrebbe sostenere la crescita del Pil reale nel breve termine».

«Fiduciosi per l’economia» – E proprio nella mattinata di giovedì 13 febbraio, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ospite a Omnibus, si è detto ottimista sull’evoluzione del quadro economico italiano. Un ottimismo che arriva nonostante il forte calo della produzione industriale registrato nell’ultimo trimestre del 2019: «Tutti i nostri indicatori ci danno per gennaio una situazione di ripresa. A gennaio la produzione industriale e il Pil dovrebbero salire. Parliamo di un rimbalzo a gennaio e siamo fiduciosi che l’economia possa ripartire». Prima della comunicazione sul stime del Pil, Gualtieri aveva rivendicato la ritrovata serenità politica in Italia: «I mercati capiscono la differenza, capiscono che questo governo sarà stabile e quindi sono contenti e stiamo risparmiando molti soldi: dopo il voto in Emilia Romagna e gli ultimi due giorni c’è stato un rally spettacolare, i nostri titoli stanno andando a ruba. E lo spread può ancora scendere».

«Vogliamo ridurre la pressione fiscale» – Il numero uno di via XX Settembre ha anche annunciato che è allo studio da parte del governo un piano per «ridurre la pressione fiscale». A cominciare da «una riforma complessiva dell’Irpef», ha spiegato il ministro precisando che per farlo «non intendiamo fare cassa con l’Iva». Tuttavia, non ha escluso l’introduzione di qualche modifica. Sull’Iva «ci può essere qualche rimodulazione in qualche settore, ma non è nostra intenzione fare cassa». Su questo progetto non ha rivelato altri dettagli, spiegando che molto dipenderà dal «quadro economico» italiano nei prossimi mesi: «Quanto la ridurremo, e le aree dei beneficiari, è prematuro dirlo».

Via le clausole di salvaguardia – «Vogliamo eliminare del tutto le clausole di salvaguardia», ha aggiunto il ministro dell’Economia parlando del meccanismo di garanzia inserito anche nell’ultima Legge di Bilancio per rispettare i parametri dell’Unione europea in materia di deficit. L’intenzione di Gualtieri non è solo sterilizzare l’aumento per il prossimo anno, come già fatto per il 2020 dal governo giallorosso, ma quello di rimuovere una volta per tutte le clausole introdotte nel lontano 2011, che consentono di avere più margini di manovra nella stesura della Finanziaria a patto di trovare le risorse per non far scattare l’aumento delle aliquote Iva negli anni successivi.

Nessun nuovo prestito per Alitalia – Il responsabile di via XX Settembre ha parlato anche delle numerose crisi aziendali finite sul tavolo del governo. A cominciare dal caos Alitalia, alla quale non verrà concesso alcun «un nuovo prestito, ora c’è un lavoro del Commissario per risanare l’azienda», ha ricordato. In merito alle indagini giudiziarie nei confronti di numerosi manager, banchieri e dirigenti pubblici protagonisti del precedente salvataggio dell’ex compagnia di bandiera, «la magistratura – ha detto Gualtieri – fa il suo dovere, fa le indagini e accerterà se ci sono stati dei reati. Se queste cose fossero confermate sarebbe molto triste. Non faccio commenti, piuttosto siamo impegnati a trovare soluzione». Infine, parlando dell’ex Ilva, Gualtieri ha annunciato che «siamo vicini a un accordo e a un nuovo piano industriale che punterà a fare di Ilva la prima azienda siderurgica verde».

«Renzi? Non strappa» – Gualtieri ha commentato anche l’operato del governo e la situazione del suo partito, il Pd. Il ministro ha descritto Conte come «un bravissimo presidente del Consiglio» e il segretario dem come «un leader molto saggio». E, nonostante i contrasti all’interno della maggioranza con Italia viva sul nodo prescrizione e riforma della giustizia, Gualtieri è convinto che «Renzi non strappa».