Il governo Meloni è più che mai deciso a limitare i poteri di vigilanza in corso d’opera della Corte di Conti sulla spesa dei fondi europei del Pnrr (191 miliardi di euro in tutto). Dopo i recenti scontri con i magistrati contabili, oggi, lunedì 5 giugno, sarà chiesta la fiducia in Parlamento al decreto di riordino della Pubblica Amministrazione in cui è inserita la norma anti-controlli . Domani il voto. L’obiettivo del governo è chiaro, ma l’Europa sembra conservare qualche dubbio: il portavoce della Commissione Eric Mameri ha affermato che «monitorerà con grande attenzione» l’operato dell’esecutivo. Con l’Unione Europea si discute anche per ottenere una clausola di salvaguardia del Piano per non rinunciare a nessuno dei finanziamenti previsti. La proposta è quella di dirottare una partre delle risorse sul REpower-Eu, un piano attualmente più piccolo del Pnrr, interamente concentrato su progetti di efficientamento energetico.

La Corte dei Conti – Nella Costituzione italiana, all’articolo 100, è spiegato che la Corte di Conti ha «il controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo, e anche quello successivo sulla gestione del bilancio dello Stato». Quando la legge lo prevede, può anche controllare la gestione finanziaria di enti statali: in pratica controlla come vengono spesi i soldi pubblici. Il governo Draghi aveva stabilito che un altro compito dei magistrati contabili sarebbe stato quello di vigilare sulla gestione del Next Generation Eu, monitorando in corso d’opera che tutto avvenisse secondo la legge e che non ci fossero ritardi nell’attuazione dei progetti previsti dal Piano. Nei giorni scorsi l’attuale Governo ha presentato un emendamento al decreto P.A. che abolisce appunto il controllo concomitante della Corte sul Piano.

Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano – Fonte: ANSA

Le dichiarazioni – Molti si sono espressi sulla questione, a partire dall’Unione europea. Eric Mameri, portavoce della Commissione ha dichiarato che i controlli sull’esecuzione del Pnrr sono fondamentali e che le autorità italiane hanno dato anche alla Corte dei Conti la responsabilità di questo controllo e ha aggiunto: «Monitoreremo con grande attenzione cosa prevede la bozza di legge a riguardo della Corte dei Conti». Favorevole alle posizioni governative il presidente emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese, che sulla scelta del Governo dice: «Ha fatto benissimo a limitare il controllo preventivo della Corte. Ci sono aspetti di merito sui controlli e di metodo sul modo in cui si è svolta questa vicenda che danno completamente ragione al governo e dimostrano che bisognerebbe che le grandi corporazioni dello Stato ripensassero al modo in cui agiscono nei confronti dello Stato di cui sono i rappresentanti». A ridimensionare le tensioni tra Italia e Unione europea ci ha pensato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che al Corriere della Sera ha dichiarato: «C’è stata una frase di un portavoce (Eric Mameri, ndr), poi anche smentita, sul ruolo della Corte che era sbagliato anche nel merito. Non c’è nessun attacco da parte nostra alla Corte, nulla di strano nel fatto che si proroghi una norma varata dal precedente governo sui controlli concomitanti ma successivi sulle spese».

Il REpower-Eu – Nasce il 18 maggio 2022 su iniziativa della Commissione Europea e ha come scopo la riduzione della dipendenza dell’Unione dai combustibili fossili, peraltro già innescata dalla fine delle forniture russe. Il governo vuole allargare il REpower-Eu per non perdere i fondi del Pnrr. Per questo chiede che i 2,7 miliardi già assegnati al piano salgano a 9 grazie ai finanziamenti Recovery, con il coinvolgimento anche delle aziende energetiche come Terna, Eni ed Enel. Le proposte già presentate sono state accolte positivamente dalla Commissione, anche se di certo non c’è ancora niente. Nel caso in cui si raggiungesse un accordo, l’Italia, che deve revisionare il Pnrr entro agosto, potrebbe guadagnare tempo prezioso per rispettare le successive scadenze