«Garantire una rapida attuazione del Pnrr in modo sicuro e con zelo». Il vice-presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis mette in guardia l’Italia sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le proposte di revisione degli obiettivi richieste dall’Europa devono essere presentate a palazzo Berlaymont entro un mese. A rischio c’è la quarta tranche di fondi europei che l’Italia dovrebbe ricevere a giugno e la quinta a dicembre. In totale si tratta di 40 miliardi di euro.

FONTE: ANSA

Le richieste- La Commissione europea, nelle sue semestrali Raccomandazioni ai paesi membri, ha fornito all’Italia indicazioni precise: tagliare le misure di sostegno contro il caro energia (che hanno un impatto sul Pil di un punto percentuale); mantenere la spesa netta primaria sotto l’1,3% del Pil, per abbassare il rapporto debito-deficit;  completare il capitolo RepowerEu, per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. La deadline entro la quale il piano di attuazione di questi obiettivi dovrà prendere la sua forma definitiva è il 31 agosto. Il ministro italiano per il Pnrr, Raffaele Fitto, ha raccolto le esortazioni europee e ha provato ad accelerare, inviando una lettera a tutte le amministrazioni titolari di interventi in cui chiede di indicare entro il 24 maggio tutti gli investimenti che presentano ritardi o difficoltà. Fare presto, ma soprattutto «fare bene», come ha chiarito il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni: «Non dobbiamo guardare a delle scadenze formali ma alla realtà, all’attuazione dei piani». Il Commissario ha sottolineato l’importanza dei fondi europei per il nostro paese e non solo: «Il Recovery resta lo strumento più solido che abbiamo per gli investimenti e le riforme, ma le differenze nell’attuazione dei piani nazionali si fanno più evidenti. Per questo nelle nostre raccomandazioni invitiamo i Paesi membri ad accelerare o a continuare nell’attuazione dei piani nazionali, a seconda dei casi». La prossima settimana, intanto, Fitto porterà in parlamento una relazione semestrale sullo stato di avanzamento delle opere, per «individuare le modalità di attuazione e le reali forme di finanziamento più adeguate per la realizzazione degli interventi», come spiega lo stesso ministro.

La terza rata- Sono ancora in corso, tra Bruxelles e Roma, trattative sull’erogazione della terza rata di denaro da 19 miliardi di euro, che l’Italia avrebbe dovuto ricevere a febbraio. Gentiloni cerca di rassicurare: «Stiamo ultimando la valutazione del 3° versamento che non significa che il piano in sé sia in ritardo. Sono solo un paio di Paesi ad aver richiesto un terzo versamento, ma  vorremmo uno sforzo perché la parte piú difficile del piano arriverá nel 2023 e 2024 e abbiamo bisogno di un forte impegno, se servirá apportare le modifiche al piano. Siamo disponibilissimi a discutere delle modifiche purché sia fatto quanto prima», ha concluso.

Emilia-Romagna- L’Europa sta prendendo in esame il contesto attuale dell’Italia anche alla luce delle alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna. I fondi che lo Stato ha stanziato per fronteggiare l’emergenza saranno considerati come una misura «una tantum e temporanea». Quindi non  saranno presi in considerazione nel conteggio di finanza pubblica a livello europeo. Gentiloni ha ricordato che «l’Italia ha dodici settimane per accedere al Fondo di solidarietà, vedremo le richieste italiane».